Turismo a Roma, lo studio: «Nella Capitale il 12,6% del totale dell'Italia. Fondamentale far ripartire il settore»

Turismo a Roma, lo studio: «Nella Capitale il 12,6% del totale dell'Italia. Fondamentale far ripartire il settore»
Turismo a Roma, lo studio: «Nella Capitale il 12,6% del totale dell'Italia. Fondamentale far ripartire il settore»
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Lunedì 8 Giugno 2020, 16:33 - Ultimo aggiornamento: 16:38
Il turismo a Roma è senza dubbio uno dei settori trainanti della città, e ora la cosa in questo periodo in cui la pandemia di coronavirus ha paralizzato la Capitale, appare evidente. Uno studio realizzato dalla CNA di Roma in collaborazione con Nina International, il Gislab dell’Università de L’Aquila e col contributo della Camera di Commercio della Capitale ha sottolineato come negli ultimi 10 anni la capacità attrattiva del sistema locale è aumentata soprattutto nei confronti dei viaggiatori provenienti dai principali Paesi extraeuropei.



Dallo studio, dal nome Rome: Global Challenge, emerge che alla fine del 2018 in termini di valore della spesa, numero di viaggiatori e di pernottamenti, la quota di visitatori è passata dal 10 al 12,6% del totale nazionale. L’aumento più significativo è di viaggiatori provenienti dai paesi extra-europei, a scapito dei principali paesi UE, tranne la Francia. In particolare, la quasi totalità dei giapponesi che vengono in Italia (80% nel 2018) scelgono Roma e provincia come meta turistica. Quote molto elevate si registrano anche per gli argentini (68%), i brasiliani (64%) e gli australiani (54%).



La spesa media per il viaggiatore a Roma è più alta di quella nazionale: nel 2018 un turista straniero spendeva 609 euro rispetto ad una media nazionale di 444 euro. Tuttavia, negli ultimi anni Roma ha richiamato in misura maggiore viaggiatori con un reddito più basso della media, segno della perdita di attrattività verso turisti con fascia di reddito alta. Anche la durata media del soggiorno si è ridotta negli ultimi anni (20,5%), rimanendo comunque al di sopra della media nazionale.

Appare dunque evidente, sottolinea il rapporto nelle sue conclusioni, che la profonda crisi generata dalla pandemia del Covid-19 e le incertezze sui tempi e i modi della ripresa rischiano di infliggere un colpo gravissimo a un settore fondamentale per l’economia locale, interrompendo bruscamente l’evoluzione positiva mostrata dai dati del rapporto. Servirà una sterzata importante per ripartire e riavvicinarsi ai dati pre-pandemia.
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