Roma, smantellata la "cupola della droga": decine di arresti e affari per 600mila euro al mese in società con la mafia nigeriana

blitz_tor bella monaca_droga
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di Emilio Orlando
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Mercoledì 28 Aprile 2021, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 08:39

Seicentomila euro al mese. Sarebbe questo il guadagno illecito dei capi-piazza di via dell’Archeologia. a Tor Bella Monaca, dove la droga si spaccia giorno e notte. Vedette, rette, cavallini e pusher erano pronti ad andare in carcere per garantire l’impunità ad Alessandro Antonuccio, capo promotore dell’organizzazione criminale composta da 57 persone smantellata all’alba dai carabinieri del nucleo investigativo di Frascati e dai quelli dalla stazione di Tor Bella Monaca. Ai “dipendenti” infedeli venivano riservati pestaggi, gambizzazioni e sequestri di persona anche ai loro familiari e dentro le carceri grazie ai complici detenuti. Le indagini sono partite dopo che due spacciatori, hanno deciso di collaborare con i magistrati della direzione distrettuale antimafia.


MAFIA NERA. Non solo cocaina ma anche fiumi di eroina. Nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Ilaria Calò e dal sostituto Simona Marazza sono emersi per la prima volta legami delle famiglie di narcotrafficanti romani con i malavitosi nigeriani.

Il riferimento per tutti gli approvvigionamenti era “Wilson”, un nigeriano con otto “alias”, considerato imprendibile proprio grazie alle sue numerose identità. Il suo vero nome è Ogbonna Sunny Chukwu.


MODELLO AZIENDA. I ruoli verticistici dell’organizzazione tentacolare, che garantiva agli affiliati retribuzioni giornaliere di 150 euro, pasti quotidiani e assistenza legale in caso di arresto, si estendevano anche a figure insospettabili che venivano utilizzati per riciclare i soldi del narcotraffico. Appartamenti, un negozio di parrucchiere e un internet point appartenevano a persone vicine agli arrestati. Orologi di lusso, per un valore di 700 mila euro, ad esempio erano stati dati ad una gioielleria di via Curzio Rufo - al Tuscolano, utilizzata come “lavatrice” - per ripulire i cronografi dei narcos esponendoli in vetrina, come emerge dalle intercettazioni telefoniche.

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