Alle 13.04 il decollo. Alle 1307 lo schianto. Una tragedia che si consuma in tre lunghi minuti di volo quella che ieri sui cieli di Milano ha portato alla morte otto persone a bordo di un Pilatus Pc-12 executive, monomotore a turboelica, aereo privato decollato da Linate e diretto in Sardegna, a Olbia, precipitato in picchiata sul tetto di un edificio in costruzione a San Giuliano Milanese (una stazione di pullman) e dove per fortuna non c'era nessuno.
Due famiglie distrutte. Alla guida il magnate romeno Dan Petrescu, 68 anni, con la moglie, 65 anni, il figlio Dan Stefan, 30 anni e un amico di lui. E poi la coppia composta dall'italiano Filippo Nascimbene, 33 anni, la moglie Claire 33, e il loro figlio Raphael, 1 anno. E la madre di lei, 65 anni.
L'avaria subito dopo il decollo.
Uno schianto assurdo, incomprensibile, su cui l'inchiesta per disastro colposo deve fare luce. La torre di controllo «lo ha seguito fino a un certo punto e dopo si è registrata qualche anomalia nella traccia radar, ma da bordo non è partito alcun allarme», ha spiegato il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano che con il pm Giovanna Cavalleri ha fatto un sopralluogo. «L'impatto è stato devastante, una vera esplosione», aggiunge Carlo Cardinali, funzionario dei pompieri. «L'aereo ha effettuato una virata», improvvisa rispetto alla rotta e quindi chi lo pilotava «probabilmente si è accorto di qualcosa di anomalo». E c'è chi ipotizza uno stormo di uccelli o qualche ostacolo improvviso. Sarà l'inchiesta a stabilirlo.