Coronavirus, Arcuri: «Non siamo ai numeri di marzo ma viviamo un nuovo dramma, dobbiamo muoverci il meno possibile»

Coronavirus, Arcuri: «Non siamo ai numeri di marzo ma viviamo un nuovo dramma, dobbiamo muoverci il meno possibile»
Coronavirus, Arcuri: «Non siamo ai numeri di marzo ma viviamo un nuovo dramma, dobbiamo muoverci il meno possibile»
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Giovedì 29 Ottobre 2020, 18:46 - Ultimo aggiornamento: 21:30

Domenico Arcuri, commissario straordinario per l'emergenza coronavirus, fa il punto della situazione in conferenza stampa: «Non siamo agli stessi dati di marzo, prima rincorrevamo il virus che andava più veloce di noi e ora lo stiamo intercettando, riuscendo a ridurne i danni. I numeri sono molto diversi, ma non posso dirvi che va tutto bene. Stiamo vivendo un nuovo dramma, diverso da quello precedente».

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«Il 21 marzo c'erano 6.557 contagiati, quel giorno morirono 793 italiani. Fino a quel giorno il 9% dei contagiati era morto e solo l'11% guarito. Fino a ieri, invece, il 6% dei contagiati purtroppo non c'è più, ma il 47% è guarito. A marzo il 52% dei positivi si curava a casa, ieri il 95%. Il 7% era in terapia intensiva, ieri lo 0,6%. Siamo in un altro mondo, prima il virus correva più forte di noi, correva e uccideva. Ora lo inseguiamo e lo colpiamo» - le parole di Domenico Arcuri - «A marzo i focolai erano negli ospedali, oggi purtroppo nelle famiglie.

In tutto il mondo c'è un contagiato ogni 178 abitanti, la situazione è delicata ovunque, non solo in Italia. Da noi il problema non sono le terapie intensive, ma l'affollamento degli ospedali».

Il commissario straordinario all'emergenza ha poi lanciato un appello ai cittadini italiani: «I contagiati da coronavirus sono 8 volte di più di 21 giorni fa, la progressione dell'Rt determina un raddoppio ogni settimana. Ogni numero vale più di mille parole. Dobbiamo raffreddare questa curva, altrimenti non c'è sistema sanitario che regga. Dobbiamo tutti muoverci il meno possibile, solo se necessario».

Domenico Arcuri parla poi delle mosse intraprese per fronteggiare il virus: «Non è il momento di fare polemiche, ma in questi mesi non abbiamo mai sottovalutato il problema: spero di non sentire più appelli a non usare le mascherine o dichiarazioni sulla morte del virus. Da inizio emergenza abbiamo distribuito, gratuitamente ai cittadini, un miliardo e 606 milioni di dispositivi di protezione individuale. Abbiamo costantemente aumentato la capacità quotidiana di fare tamponi, da lunedì ne faremo 200mila al giorno oltre a 100mila test rapidi. A marzo facevamo 26mila tamponi al giorno, 12 volte di meno. Medici di base e pediatri di libera scelta dovranno aiutarci ancora di più di quanto hanno fatto finora (somministrando i test, ndr). Dobbiamo chiedergli di curare il più possibile a casa, dotandoli dei dispositivi di sicurezza adeguati. Dobbiamo a tutti i costi alleggerire la pressione sugli ospedali, le Regioni da maggio potevano attuare piani di rafforzamento ma non sempre è avvenuto».

Si parla poi di scuole. «Non mi risulta che abbiano contribuito all'aumento dei contagi, sono luoghi sicuri e da settembre abbiamo distribuito milioni di mascherine in tutti gli istituti» - spiega Domenico Arcuri - «Sono fortemente contrario all'ordinanza del presidente Emiliano in Puglia, una decisione ingiustificata: la scuola è un valore assoluto e non negoziabile».

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