Stalking e calunnie al vicino di casa, avvocato rinviato a giudizio

Stalking e calunnie al vicino di casa, avvocato rinviato a giudizio
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Sabato 24 Ottobre 2015, 22:34 - Ultimo aggiornamento: 25 Ottobre, 13:04
Un ristorante ed uno studio legale in guerra ormai da anni. A colpi di carte bollate, denunce-querele, sentenze, appelli e rinvii a giudizio. Succede anche questo fra i poco più di cinquemila abitanti di Muro Leccese. Da una parte Daniele Chiri, 38 anni, titolare dell’osteria “Nonna Rosa” di piazza del Popolo. E dall’altra l’avvocato Paride Cretì, 46 anni, con studio nella stessa piazza del Popolo: una accanto all’altro, l’osteria al 14 e lo studio al 15.



Dei giorni scorsi due vicende giudiziarie scaturite da rapporti di non buon vicinato: prima la sentenza della Corte d’Appello di Lecce che ha riformato con una condanna a 15 giorni di reclusione l’assoluzione di Chiri stabilita il 25 febbraio di due anni fa dal giudice onorario del Tribunale di Maglie, Angelo Rizzo, per emissioni dalla canna fumaria del ristorante e disturbo della quiete pubblica (reato, quest’ultimo, per il quale l’assoluzione è stata confermata). Processo scaturito dalle querele del vicino-avvocato.



Poi il rinvio a giudizio dell’avvocato Cretì perché sia il processo a stabilire la fondatezza di quattro ipotesi di reato formulate dal pubblico ministero Donatina Buffelli, nell’inchiesta nata dalle denunce di Chiri: prima, una falsa denuncia di un incidente causato da Chiri alla guida di un furgone che invece - questo sostiene l’accusa - si trovava in panne sulla banchina del porto di Gallipoli.

Seconda, la calunnia di cui il legale è stato accusato dal ristoratore; terza, l’offerta di denaro che il legale avrebbe prospettato al conducente del carro attrezzi che recuperò il furgone da Gallipoli, allo scopo di fargli testimoniare il falso; infine gli atti persecutori: stalking, cioè, per una serie di invettive che l’avvocato non avrebbe fatto mancare a Chiri puntualmente quasi ogni giorno.



E le carte dell’inchiesta parlano anche di continui controlli di carabinieri e di polizia municipale sollecitati dall’avvocato Cretì sostenendo che nell’osteria fossero in corso risse, per controllare l’orario di chiusura o la musica ad alto volume.

Fatti, circostanze ed accuse che dovranno essere vagliate dal processo per stabilire se siano fondate o meno. Per questo il giudice per l’udienza preliminare Simona Panzera ha rinviato a giudizio il legale di Muro. Prima udienza il 5 febbraio dell’anno prossimo davanti al giudice Silvia Saracino ed alla presenza degli avvocati difensori Luigi Rella e Stefano Bortone.



Il ristoratore Chiri si è costituito parte civile con l’avvocato Oronzo Carozzini, chiedendo, in caso di condanna, un risarcimento di 50mila euro. E.M.