Sul downgrade è intervenuto ieri il presidente del Consiglio regionale pugliese Onofrio Introna: «Il declassamento di Moody’s non ci sorprende e non ci preoccupa», ha detto. «Il downgrade è una conseguenza, appunto, di quello dell’intero Paese, ricaduto a cascata sui dieci istituti di credito, le tre istituzioni finanziarie, le quattro città capoluogo, l’Eni, Poste Italiane, Terna, Acea e le altre tredici Regioni che fanno buona compagnia alla Puglia in questa retrocessione. I giudizi di Moody’s risentono peraltro di una situazione internazionale che è quella che è. L’esporsi alle valutazioni delle agenzie americane nasce da un peccato originale dell’Unione Europea, che ha commesso il grave errore di non dotarsi di un proprio organismo di rating, lasciandoci nelle mani degli istituti Usa. A questi non sembra vero poter valutare con estrema severità, ben sapendo che col declassamento possono garantire alle banche statunitensi una posizione speculativa di vantaggio nei confronti del Vecchio Continente».
Per il presidente Introna, i pugliesi hanno tutte le ragioni per non sentirsi in imbarazzo davanti al declassamento: «Non scalfisce la nostra autostima, che si basa su altri valori e, soprattutto, la Puglia non ha nessuna intenzione di ricorrere al mercato finanziario. E nella vita reale, non vedo nessuna affidabilità in crisi. Anzi, le azioni della Puglia turistica sono in crescita e così quelle della nostra enogastronomia: questa regione cresce ed è verde, non al verde».