"I trofei della città di Guisnes", il romanzo-simbolo di Antonio Verri in edicola con Nuovo Quotidiano di Puglia da venerdì 21 luglio

"I trofei della città di Guisnes", il romanzo-simbolo di Antonio Verri in edicola con Nuovo Quotidiano di Puglia da venerdì 21 luglio
di Adele ERRICO
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Martedì 18 Luglio 2023, 20:03 - Ultimo aggiornamento: 20:27

Una serata per Antonio Verri in quella che è (lo è sempre stata) la sua città, Caprarica di Lecce. Quella che ora è la "Città del poeta", luogo in cui ha vissuto, ha operato, ha scritto fino a diventare riferimento per una evoluzione e rivoluzione territoriale e culturale. Domenica scorsa, la città ha ricordato il suo poeta e da venerdì il suo romanzo più rappresentativo andrà in edicola con Il Nuovo Quotidiano di Puglia: "I trofei della città di Guisnes", edito da Kurumuny con la prefazione del Premio Strega Mario Desiati. Il poeta, il bambino, il visionario, l'artista, l'uomo che è stato Antonio Verri. E ancora, il mondo che ha plasmato, come un artigiano fa con la creta, realizzando figure strabilianti: la scrittura era la sua creta, adoperata per dare forma al "libro-mondo" che, tra le sue pagine, contenesse la vita.

L'abbinamento con Quotidiano

"I trofei della città di Guisnes" è il romanzo-simbolo di Antonio Verri, il racconto in prima persona del suo viaggio nella città impossibile della scrittura, un luogo in cui anche il lettore potrà perdersi alla scoperta del genio creativo del grande scrittore e intellettuale salentino. Il volume, ristampato in occasione del trentennale della scomparsa dell'autore (9 maggio 1993), sarà in vendita nelle edicole di Lecce e provincia da venerdì 21 luglio in abbinamento con Nuovo Quotidiano di Puglia, a 8,80 euro più il costo del giornale.

La presentazione del volume

Scrive Adele Errico in un articolo pubblicato da Quotidiano domenica scorsa: 
“La vita o si vive o si scrive”, sosteneva Luigi Pirandello. Però, forse, ci si domanda se per lo scrittore non sia lo stesso. La vita si vive e si scrive, senza disgiunzione, per Antonio Verri. Le due cose si congiungono armonicamente e lo scrittore si fa “voyeur della vita” - come sostiene Desiati nella prefazione alla nuova edizione dei “Trofei” -, figura che, nascosta, assorbe con gli occhi il mondo reale e lo trasforma in un movimento di parole.

Il mondo si offre docile al “guardone” che vive per la scrittura. Guisnes, metafora del mondo, è forse un luogo esteriore, forse interiore. Poco importa. È il luogo della scrittura, della visione, dell’allucinazione, della scoperta e dello smarrimento. È un “luogo dove perdersi”, scrive sempre Desiati, in cui “l’atteggiamento voyeuristico della narrazione spesso si tramuta in un’invocazione”. Il voyeur verriano è anche invisibile protagonista di una flânerie per le strade di una Guisnes che si fa e si disfa sotto il suo sguardo, che muta, muore e rinasce. Città “morta e putrida”, città “dal cuore gonfio”. Guisnes “città di rane”, “città in cerca di trasparenza”. Guisnes “ostinata, clemente, comprensiva”. Guisnes luogo in forma di racconto, struttura complessa di metanarrazione in cui l’oggetto della scrittura è la scrittura stessa, in cui il cantore spande la propria voce nelle sue strade e “nelle sue argille, nel suo cielo disperato, e nei suoi palazzi, e nelle sue rocce colosse, e nel suo grande stupore, e nella sua grande utopia”. Diventa una cosa sola con il luogo che attraversa, profondamente ad esso legato, a ricordare - come scrive Paolo Greco - la “sintonia tra Verri e la sua terra”. Il 9 maggio di trenta anni fa Verri lasciava la sua terra. Ma la sua terra non ha lasciato lui. Se possibile, vi si è radicato ancora di più diventando molto più di un ricordo, assumendo le fattezze di un sogno di cambiamento e di miglioramento, un ideale, un’ispirazione. Lo scrittore è un sognatore e Verri lo è stato. Verri il poeta, il bambino, il visionario, l’artista, l’uomo. Sognava ma non si scordava di vivere, di camminare per la sua città, di attraversare Caprarica, il suo Salento, di guardare i balconi, le piazze, le persone. Sognava ma, poi, faceva quello di cui scriveva Raymond Carver: “Poi, dopo aver ripreso a respirare regolarmente, ci ricomporremo, non importa se scrittori o lettori, ci alzeremo e, creature di sangue caldo e nervi, passeremo alla nostra prossima occupazione: la vita”.

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