Qualcosa non quadrava nei rimborsi pagati dal Comune di Taranto ai consiglieri comunali. E così gli accertamenti sono sfociati in un sequestro per equivalente eseguito...
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In sostanza per quelle giornate trascorse tra i banchi del Comune il lavoratore consigliere viene comunque retribuito dal suo datore di lavoro, il quale, su specifica richiesta documentata, viene successivamente rimborsato da parte dell’Ente civico. Nel caso dei 5 ex consiglieri comunali, invece, i finanzieri ritengono che, grazie anche alla complicità di titolari di imprese, il rapporto di lavoro funzionale alla richiesta di rimborso sia stato simulato o modificato in maniera tale da gonfiare gli importi. Nel periodo compreso tra il 2012 e il 2014 grazie a questi escamotage il Comune avrebbe pagato indebitamente ben 240.000 euro di rimborsi. Una lettura che ha portato al sequestro di beni disposto dal gip, mentre per i cinque ex consiglieri è arrivata la denuncia a piede libero per truffa aggravata ai danni di un ente pubblico. Con loro, peraltro, nel mirino sono finiti anche altre otto persone. Si tratta dei datori di lavoro che avrebbero fatto da sponda al presunto raggiro. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia