L'inchiesta nata dalla morte del pensionato di Manduria, Antonio Cosimo Stano, il 65enne deceduto dopo una lunga agonia a seguito dell'aggressione di una baby gang, ha...
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A parte il diciottenne Vincenzo Mazza rimasto a Taranto, tutti gli altri sono stati trasferiti nel carcere minorile di Bari. I reati contestati in concorso sono quelli di tortura, lesioni, danneggiamento e violazione di domicilio. Non solo a danno di Stano, ma anche di un altro disabile manduriano che durante una vile aggressione notturna ha perso tre denti. Sono in tutto 23 gli indagati, venti minorenni, tra cui una ragazza. C'è anche un tredicenne tra le persone coinvolte, e che non è imputabile per l'età.
Questo secondo filone d'indagine, condotto dagli agenti del commissariato di polizia di Manduria e della questura di Taranto con il coordinamento del pubblico ministero Remo Epifani e dei due capi delle procure joniche, Carlo Maria Capristo e, per i minorenni, Pina Montanaro, oltre a fare emergere nuove responsabilità, ha descritto con maggior chiarezza quello che può essere definito un «format dell'orrore». Il sistema era questo: s'individuava la vittima, sempre sola e indifesa, poi si dava vita ad un gruppo social che aveva il doppio scopo di radunare il branco all'ora e sul luogo convenuto e poi di diffondere le violenze che venivano documentate sugli smartphone. I gruppi individuati sinora dagli investigatori sono tre: «gli orfanelli», «l'ultima di carniali» e «solo noi». Quest'ultimo era un gruppo d'élite quasi tutto composto da ragazzine, solo una indagata per ora. Tutto era codificato, preciso e terribile come nei giochi estremi dove si scommette su qualcosa di proibito e pericoloso. In questo caso a rischiare erano persone inermi impossibilitate a difendersi. E sole. La posta in gioco era il divertimento che doveva essere assicurato. Proprio questo è venuto fuori dalle chat del gruppo «l'ultima di carniali» a cui facevano parte molti degli arrestati di ieri, gli altri erano degli «orfanelli». La sera del 5 marzo scorso, il branco doveva divertirsi così, dal pomeriggio aveva inizio il rituale. Le prove sono nelle chat. Gli amici si mettono d'accordo su come vestirsi. Uno raccomanda l'altro di portare le mazze. Un altro si chiede se non sarà noioso e l'amico lo assicura: «Non ti diverti? Ti faccio vedere io se non ti diverti. Non c'è nessuno? Meglio». L'appuntamento quella sera, come quasi sempre, era in via San Gregorio Magno, casa di Antonio Stano. «Lu pacciu», come lo chiamavano tutti, quella sera ha dovuto offrire il suo terrore, le sue sofferenze, la sua impotenza per il piacere del branco. Il divertimento ci fu, documentano le chat. «Ce carnevali» - «bellu, bellu» - «motu casinu ahahah» - «lu pacciu è mpacciutu lu triplu (il pazzo è impazzito il triplo, ndr)» - «na ma divertiti» - «na ma divertiti, no ni putimu lamentari (ci siamo divertiti, non ci possiamo lamentare, ndr)». E poi il marchio di fabbrica. «Mandate le foto». Nell'ordinanza firmata dal gip Morelli su richiesta del pm Epifani, è raccontato anche l'altro episodio di violenza contestato a due dei minori e due maggiorenni già arrestati il 30 aprile. La vittima presa di mira è un grave disabile intellettivo di Manduria che vive assistito da una badante. La sera del primo aprile scorso era lui il divertimento designato della baby gang. Il video finito in rete mostra il 53enne circondato da quattro individui che lo irretiscono, lo insultano, lo provocato e infine viene picchiato selvaggiamente da uno di loro che gli sferra un diretto sulla bocca. Il giorno dopo i fratelli dell'invalido lo porteranno dal dentista che diagnostica la frattura di tre denti. Il prezzo del divertimento del branco. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia