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Si fa sempre più concreta la possibilità di un ulteriore slittamento del fine lavori dell’ospedale San Cataldo di Taranto previsto per il prossimo luglio. E non si tratta di ipotesi o timori degli scettici, né di strumentalizzazioni politiche.
Le risorse
Questa volta la conferma arriva dal responsabile unico del procedimento, l’ingegnere Paolo Moschettini, che ieri ha dovuto rispondere alle domande dei componenti della prima commissione Sanità della Regione Puglia relative ai tempi e alle procedure residue del grande presidio ospedaliero. La riposta del tecnico ha lascia poco spazio alle speranze.
«Lo stato di avanzamento dei lavori si attesta intorno all’82%», ha detto l’ingegnere aggiungendo un particolare che rende impossibile fissare date su un ipotetico taglio del nastro: manca ancora la disponibilità dei fondi necessari per riempire la struttura. Macchinari e arredi per circa 105 milioni di euro, 40 dei quali già appaltati ma non aggiudicati perché la spesa non è coperta. Si tratta delle risorse derivanti dal programma straordinario di ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico (ex articolo 20), che nel caso del San Cataldo servono all’aggiudicazione delle gare già bandite.
La disponibilità delle stesse è condizionata dall’approvazione del contratto da parte del Nucleo degli investimenti ministeriali che non si è ancora espresso.
Cosa sta succedendo
A quanto pare mancherebbe ancora il nulla osta della Commissione di valutazione tecnica del Ministero della Salute. Per anticipare i tempi, in accordo con direzione Asl e governo regionale, si era deciso di far partire le gare, almeno per una parte della spesa preventivata, nella speranza di farsi trovare pronti quando la disponibilità del denaro fosse divenuta concreta.
Ma a quanto pare, così non è stato, perché a procedure di gara concluse, si è costretti ora a congelare tutto. Nel frattempo si cerca di correre ai ripari al fine di accorciare i tempi dell’aggiudicazione.
Per lunedì prossimo la stessa commissione Sanità della Regione Puglia ha convocato in audizione gli assessori al bilancio e alla sanità insieme al direttore del Dipartimento salute per capire se ci sono altre possibilità per recuperare le risorse necessarie a riempire il contenitore del San Cataldo.
Ma c’è di più. Non sarebbe infatti possibile nemmeno preventivare la data di ultimazione dei lavori considerato che almeno il 15 per cento delle opere murarie e impiantistiche da realizzare, interferisce con le future caratteristiche tecniche delle attrezzature in via d’acquisizione. A dirsi particolarmente preoccupato di questo è il consigliere regionale Fabiano Amati, presidente della Commissione Bilancio, che se la prende con la presunta incompetenza degli organi tecnici e di governo della sanità pugliese.
«Paghiamo sottovalutazioni e ritardi della Regione - afferma Amati -, da mancata conoscenza delle regole e dei procedimenti sulle fonti di finanziamento, che hanno causato questo terribile disallineamento tra i tempi per la costruzione dell’ospedale e quelli per gli arredi e le attrezzature». L’ex pd passato recentemente in Azione di Carlo Calenda, suggerisce: «L’unico impegno plausibile per ridurre al massimo il ritardo consiste nel richiedere a gran voce l’approvazione ministeriale; è un atto necessario, perché ogni giorno di ritardo è correlato a domande di salute non corrisposte», conclude Amati.
Per la sola parte muraria e impiantistica, progettazione e messa in opera e collaudo, è prevista una spesa complessiva di circa 252 milioni di euro.
Quotidiano Di Puglia