La decisione di utilizzare il bacino di Torre Colimena come scarico complementare per il troppo pieno o come valvola di sfogo dei liquami in caso di guasto del depuratore,...
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Questo almeno si legge nella relazione tecnica del progetto di fattibilità tecnica ed economica dei reflui depurati dal nuovo depuratore di Manduria e Sava in fase di realizzazione in zona Urmo-Specchiarica.
Secondo i tecnici dell'ente idrico, dunque, la soluzione adottata sarebbe la meno peggio che le popolazioni interessate (gli avetranesi in questo caso) sarebbero disposte a sopportare «attesa l'elevata disponibilità a pagare». Partendo dall'obbligo invalicabile di scaricare su corpo idrico (mare, fiumi), che lo stesso presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, alcuni politici locali e qualche esperto della materia, giuravano che avrebbero bypassato con alternative, i progettisti hanno preso in considerazione quattro soluzioni possibili, tre delle quali scartate.
Le ipotesi di scarico finale messe sul tavolo erano queste: il fiume Chidro di San Pietro in Bevagna, subito scartato per il suo «delicato equilibrio idrogeologico e ambientale»; il reticolo o compluvio in località Specchiarica, quello alle spalle dell'Hotel Aurora del famoso «ruscellamento», escluso perchè «rendeva necessaria l'attivazione di uno scarico in battigia»; e la Palude del Conte già individuata nel 2004 e subito cancellata «per l'elevato pregio naturalistico e faunistico che riveste tale area».
Alla fine la scelta è caduta sul bacino di Torre Colimena, con queste motivazioni: «Inizialmente mai preso in considerazione per l'elevata distanza dall'impianto di trattamento, oggi, anche grazie agli approfondimenti condotti si legge sempre nella relazione dei tecnici Aqp - si configura effettivamente come l'unica soluzione possibile. Attesa infatti la elevata disponibilità a pagare delle comunità locali per eliminare interferenze dirette con l'ambiente marino costiero, nell'ambito del presente Sia - si spiega - sono stati condotti specifici approfondimenti volti a valutare la compatibilità delle acque reflue trattate con l'area in questione, ed è emerso, come detto in precedenza, un quadro ambientale interessante: l'area infatti presenta delle criticità che possono essere attenuate proprio grazie all'utilizzo delle acque reflue trattate».
Secondo i tecnici, insomma, lo scarico complementare nel bacino gestito da Arneo e situato alle spalle del porticciolo di Torre Colimena con cui è collegato attraverso canali, non solo è l'unica soluzione possibile per chiudere il ciclo dello scarico dei reflui depurati, ma è anche utile perché risolverebbe imprecisate criticità presenti nel bacino. Sul fronte della politica locale si registra la precisazione dei due consiglieri comunali del Partito Democratico di Avetrana, Emanuele Micelle e Lucia Vacca. Entrambi appartenenti a due gruppi consiliari differenti, si dicono «fermamente contrari allo scarico a Torre Colimena e all'individuazione del depuratore in zona Urmo-Belsito». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia