«Bollette sempre più care, noi in bilico tra licenziare e resistere». Quattro imprenditori raccontano la propria storia

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Pietro Caretta (Ceramista) Anche il comparto...

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Pietro Caretta (Ceramista)

Anche il comparto ceramico, vanto e tradizione dell’economia grottagliese, è in grande sofferenza a causa dell’aumento del costo dell’energia elettrica. Il prezzo delle materie prime per realizzare le maioliche e i vari complementi di arredo, comprese le bomboniere, sono letteralmente triplicati, ma la politica dei “figuli” è quella di resistere, di non alzare i prezzi, perché c’è la piena consapevolezza che dal tornio si creano beni voluttuari, non più di prima necessità come accadeva un tempo ma che ormai soddisfano il gusto estetico degli appassionati. Pietro Caretta, 49 anni, è uno dei ceramisti più noti del “Quartiere”: il suo papà Domenico è stato uno dei maestri che appartenevano alla vecchia guardia. «Siamo in affanno. Chi di noi possiede un forno elettrico ha pagato il triplo di quanto pagava fino all’anno scorso. Chi ha il forno più grande a gas è ancora più penalizzato perché l’importo da versare è stato dieci volte più oneroso. Conti alla mano: gli smalti sono passati da 16 euro al chilogrammo a circa 48 euro; l’argilla è salita da 4,50 euro al chilo a 12 euro. La stessa carta degli imballaggi è aumentata, diventando, peraltro, introvabile».
Se la situazione dovesse continuare, continua Pietro, «molti di noi saranno costretti a chiudere bottega e a mandare gli operai in cassa integrazione. Nel frattempo cerchiamo di fronteggiare l’emergenza minimizzando il consumo energetico, riempiendo al massimo i forni con tutti i manufatti di argilla da cuocere». Al sindaco di Grottaglie, Ciro D’Alò, è stato chiesto un aiuto e il primo cittadino ha ventilato la creazione di una comunità energetica. «Tale percorso, tuttavia, non è a portata di mano, ha bisogno di tempo e di tanta burocrazia. E noi tempo non ne abbiamo».

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