Tamponi pagati due volte? I laboratori sotto la lente

Tamponi pagati due volte? I laboratori sotto la lente
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Dal 14 al 31 agosto, visto l'elevato numero di turisti in arrivo e di pugliesi di rientro dalle vacanze, la Regione Puglia, per alleggerire i dipartimenti Prevenzione delle Asl, ha autorizzato gli 11 laboratori privati convenzionati ad effettuare, per conto del sistema sanitario, i tamponi a chi lo richiedeva, garantendo il rimborso della tariffa. Un servizio a sportello generalmente non valido, ma al quale la Regione ha fatto ricorso in un momento di enorme afflusso. In sostanza, chi arrivava in Puglia da Grecia, Malta, Spagna e Croazia e si autosegnalava sul portale istituzionale, trascorse le 72 ore come prescritto dall'ordinanza regionale aveva la possibilità di rivolgersi ai laboratori accreditati per sottoporsi al test gratuitamente.


Però, stando ad alcune segnalazioni raccolte anche dalla Regione, alcuni centri avrebbero ugualmente fatto pagare ai cittadini 80 euro: su quanto accaduto, adesso, il dipartimento Salute cercherà di fare luce e chiarire la vicenda. Non si sa se per una cattiva interpretazione o un disguido nella comunicazione tra dipartimento e laboratori, fatto sta che diversi pugliesi si sono ritrovati a pagare il costo del tampone e non avrebbero dovuto stando alle disposizioni impartite, attraverso una lettera ufficiale, dalla task force regionale. Nelle prossime ore, verrà inviata una seconda lettera dal dipartimento Salute per chiedere ai centri privati innanzitutto la rendicontazione dei tamponi effettuati dal 14 al 31 agosto; e poi delucidazioni sulle segnalazioni pervenute relative ai pagamenti degli 80 euro che sarebbero stati chiesti da alcune strutture.

Se i casi segnalati fossero confermati, il rischio è che la Regione Puglia potrebbe ritrovarsi a rimborsare il costo dei tamponi quando, in realtà, i test sono stati già pagati dal privato cittadino. Ecco perché il dipartimento Salute è intenzionato a svolgere un'approfondita ricognizione: anche escludendo il dolo, l'obiettivo è evitare un danno per le casse pubbliche. Per i portafogli dei pugliesi, invece, ormai non c'è più nulla da fare. Da ieri, primo settembre, invece non c'è più la possibilità di rivolgersi ai centri convenzionati per sottoporsi gratuitamente al tampone, bisogna attendere l'invito delle Asl.


Già alla vigilia di ferragosto, il direttore del dipartimento Salute, Vito Montanaro, trasmise una nota di richiamo alle strutture private, minacciando l'esclusione. Montanaro sottolineò il fatto che ogni struttura è tenuta, secondo gli accordi, a svolgere almeno 100 test al giorno e a garantire operatività 24 ore su 24 e sette giorni su sette. Inoltre, i centri privati hanno l'obbligo di fornire al dipartimento, quotidianamente, i dati dei tamponi eseguiti attraverso il sistema regionale Giava-Covid-19. Ma, secondo quanto veniva evidenziato nella nota di richiamo dal direttore del dipartimento Salute, era stato rilevato che «taluni laboratori non conferiscono quotidianamente i dati previsti». Per questo motivo, erano stati richiamati «tutti i direttori dei laboratori ad assicurare l'esecuzione dei test sette giorni su sette, festivi compresi e, conseguentemente, ad assolvere il puntuale e quotidiano conferimento dei flussi informativi». Il dipartimento regionale aveva, infine, ricordato che «il mancato rispetto degli obblighi è, peraltro, motivo di revoca dell'ammissione alla rete regionale laboratori Sars-Cov-2». Oltre a laboratori pubblici (13 quelli attivi) e privati (11), la Regione ha istituito i drive-through, postazioni fisse per effettuare il test ai turisti anche in auto. I drive-through sono attivi ad Altamura, Noicattaro, Giovinazzo, Alberobello, Bari, Cittadella della salute di Lecce, ospedale Panico di Tricase, Cerignola, Foggia, Torremaggiore, Monte Sant'Angelo, San Marco, Manfredonia, Massafra, Manduria, Andria, Brindisi, Trani e Bisceglie.
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Quotidiano Di Puglia