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Finita la mezza tregua elettorale dettata dalla necessità di provare a limitare i danni alle urne, la maggioranza regionale è ormai un treno in corsa verso i nuovi equilibri ma soprattutto verso i vecchi squilibri.
Se da una parte infatti prosegue la luna di miele tra Michele Emiliano e il M5s, dall’altra il conflitto tra il presidente e il Pd sembra sul punto di esplodere: le tensioni sono fortissime e dopo una lacerazione durata mesi, le ultime scintille, ultime in ordine di tempo le parole di Ruggiero Mennea sulle «proposte sistematicamente osteggiate da Emiliano» e un possibile abbandono di alcune pedine democratiche dalla maggioranza, ieri è arrivato l’aut aut del capogruppo, Filippo Caracciolo.
La nota del capogruppo Pd: subito un incontro
Caracciolo fa muro contro i dissidenti: «Basta attacchi ad Emiliano e alla maggioranza - scrive Caracciolo rivolto ai consiglieri più critici, in primis Fabiano Amati e Ruggiero Mennea ma il messaggio è per tutti -. Abbiano il coraggio di uscire dalla maggioranza oppure rispettino le regole».
Nei prossimi giorni il capogruppo convocherà una riunione dei consiglieri «sperando - scrive senza mezzi termini - che serva a mettere la parola fine, in un modo o nell’altro, a questa situazione».
Lo scacchiere democratico però è molto più articolato di quanto sembri e l’ipotesi di tagliare il cordone con Emiliano potrebbe non essere solo una provocazione. Tra le idee allo studio (a quanto pare per il momento accantonata) c’è stata infatti anche quella della creazione di un intergruppo (alternativo a quello Pd) che riunisse le voci più critiche rispetto all’operato di Michele Emiliano. Un gruppo che ai “dissidenti” dem di vecchia data come Amati, Mennea e in buona parte anche Michele Mazzarano e l’assessore Donato Pentassuglia, a quanto pare sembrava interessante anche ad Antonio Tutolo del Misto, all’ex assessore Pier Luigi Lopalco (Articolo Uno) e al civico Sergio Clemente. D’altronde, già ai tempi della nomina di Rocco Palese come assessore alla Sanità c’era chi, come Amati, mise provocatoriamente ai voti l’appoggio esterno alla maggioranza con il ritiro degli assessori.
Il ruolo di Decaro
In questa partita interna alla maggioranza, però, ci sono anche dei giocatori in panchina come il sindaco di Bari Antonio Decaro, cui una metà dei consiglieri regionali Pd è politicamente vicina. Una corrente “decariana” rinfocolata dal recente attivismo del sindaco di Bari anche in seno al partito, che vede tra le figure di riferimento in Consiglio regionale lo stesso capogruppo.
La posizione di Caracciolo non è facile; finché tra il presidente e il sindaco di Bari non c’erano che assist e affetto reciproco il problema non si poneva. Ma oggi - dopo il precipitoso endorsement di Emiliano a Decaro come candidato alla Regione, a molti suonato come un’investitura un po’ costrittiva, tra i due si intravede una pericolosa crepa.
Con il suo richiamo il capogruppo fuga i dubbi: «Il presidente fa bene ad andare avanti e a non curarsi di loro - prosegue Caracciolo -.
Le sollecitazioni del M5s: liste d'attesa siano priorità
Ma com’è noto Emiliano deve dar conto anche all’altro pezzo di maggioranza, che in attesa delle postazioni - incalza sulle priorità e si rivolge non solo a lui ma anche a Palese: i consiglieri del M5S Marco Galante, Cristian Casili e Grazia Di Bari hanno inviato al presidente e all’assessore Rocco Palese la richiesta di istituzione di un tavolo tecnico politico sulle liste d’attesa del Servizio Sanitario Regionale.
«Il problema delle liste d’attesa - dichiarano i pentastellati - è uno di quelli maggiormente avvertiti dai cittadini, per questo è tra i punti prioritari che abbiamo sottoposto al presidente Emiliano nel corso dell’ultimo incontro. Il diritto alla salute è sancito dalla Costituzione e abbattere le liste d’attesa significa poterlo garantire a tutti».
Al netto del chiarimento nel Pd ora il prossimo banco di prova sarà il 18 ottobre in Consiglio regionale, nuovamente sul caso Arpal. Per quella data, sarà in aula la proposta della giunta che parifica i Cda e i requisiti dei direttori delle agenzie. E quindi il futuro di Massimo Cassano - almeno come direttore - dovrebbe essere segnato. Dopo le frecciatine di Fdi sulla sua fede politica, però, l’ex sottosegretario, candidato con il Terzo Polo alle ultime Politiche, ha fatto sapere di voler lasciare la politica attiva «per dedicarsi solo all’Arpal». Un passaggio di grande tempismo che, se supportato dal voto dell’aula, potrebbe anche permettergli di tenere un piede in Arpal, magari all’interno del Cda.
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Quotidiano Di Puglia