La fusione è fredda, e qualcosa sui territori in fondo s'era già capito. Ma non al punto da scatenare una mezza tempesta in vista delle Regionali, per ora...
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Cosa accadrà? L'ultima parola spetta ovviamente alla leader di FdI e al tavolo nazionale di centrodestra. È lì che si gioca la partita a incastri delle candidature per le Regionali 2020: l'una è legata all'altra. Dopo il voto in Umbria, Meloni ha rivendicato le candidature in Puglia e Marche, negli ultimi giorni s'è invece quasi messa a posto la casella della Campania: andrà a Forza Italia (forse Mara Carfagna, con il placet della Lega), al pari della Calabria. Tutte le altre regioni saranno invece appannaggio dei salviniani: Emilia Romagna, Toscana, Liguria, Veneto. Restano da selezionare i nomi: quello di Fitto è già sulla scrivania di Meloni, non solo per un naturale ordine delle cose (l'ex ministro e la leader di destra hanno peraltro sancito il patto federativo tra le rispettive forze, aderendo al gruppo Ecr di cui Fitto è co-presidente), ma anche perché indicato da Saverio Congedo, coordinatore pugliese di FdI. «Non è l'unico nome indicato, in realtà», spiega qualche meloniano.
Si vedrà. Di certo i rapporti pugliesi tra FdI e fittiani sono di cordiale gelo. La scorsa settimana è stato presentato in grande stile il gruppo consiliare unico, sui territori però i rapporti sono poco fluidi. E all'orizzonte si intravedono le prime, stridenti frizioni sulla scelta dei coordinatori provinciali di Fratelli d'Italia: i meloniani vorrebbero tutti e sei gli slot. Tesi ovviamente rispedita al mittente dai fittiani. C'è dell'altro: nella coalizione di centrodestra da mettere in campo nel 2020, in FdI c'è chi ritiene opportuno dividersi e sdoppiare le liste.
Dinamiche per niente sconosciute allo stesso Fitto. Il quale tace, aspetta, osserva, non smentisce categoricamente l'ipotesi d'una candidatura, ma non scioglie nemmeno la riserva. Anche perché non c'è stato ancora alcun invito ufficiale. L'eurodeputato salentino tuttavia ha già riservatamente posto qualche paletto, a colloquio con Meloni: o si marcia compatti, senza franchi tiratori o dirigenti tiepidi, oppure nulla da fare. Sono queste, anche, le famose rassicurazioni che l'ex ministro avrebbe chiesto e preteso.
Insomma: l'ostacolo alla candidatura di Fitto sembra essere perlopiù interno, paradossalmente. La stessa Lega sembra ormai orientata ad accettare l'incastro nazionale e la l'incoronazione dell'eurodeputato. Il dilemma potrebbe essere sciolto entro fine mese: il centrodestra vuol avviare la campagna elettorale quanto prima, senza indugiare. E provando a smussare anche le asperità interne. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia