Puglia, saltano 14 milioni di ricoveri, analisi e visite: il divario con il Nord cresce

Puglia, saltano 14 milioni di ricoveri, analisi e visite: il divario con il Nord cresce
“Meno sanità”, meno servizi e opportunità di cura al Sud che al Nord. Dal 1995 a oggi la Puglia ha perso 6 aziende sanitarie locali (Asl), 34 strutture...

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“Meno sanità”, meno servizi e opportunità di cura al Sud che al Nord. Dal 1995 a oggi la Puglia ha perso 6 aziende sanitarie locali (Asl), 34 strutture ospedaliere e ridotto a 2,8 posti letto per acuti ogni mille abitanti la disponibilità di ricovero dei pazienti. I dati - che riportano anche un disavanzo al 2021 di 117 milioni di euro per la sanità pugliese - emergono dal report 2022 “Oasi” dell’Università Bocconi, che fa le pulci al sistema sanitario nazionale e alle governance regionali della sanità partendo dai processi di riordino ospedaliero iniziati negli anni Novanta e proseguiti tra il 2015 e il 2017, sino all’oggi con un evidente peggioramento delle performance a livello aziendale. In particolare l’aumento del finanziamento pubblico avvenuto nel 2021 non è stato sufficiente ad assorbire l’aumento dei costi che le aziende stanno affrontando e a compensare i mancati ricavi per le attività non erogate come conseguenza del periodo pandemico. In calo anche le attività di ricovero, tra il 2019 e il 2020 (meno 21% a livello nazionale) per effetto del covid: in un solo anno si è verificata una diminuzione dei ricoveri simile a quella registrata nel periodo 2011-2019. Anche qui però la Puglia fa peggio della media nazionale, con un -28% di ricoveri (pari a 134mila casi in meno tra il 2019 e il 2020), preceduta solo dalla Calabria che si attesta a -30,6%. Con riferimento alle attività di specialistica ambulatoriale, nel 2020 in Italia sono state complessivamente erogate 1.046 miliardi di prestazioni, in netta riduzione rispetto al 2019 (1.207 miliardi; -13,4%). Diminuzione che ha riguardato anche la Puglia, segnatamente nelle attività di laboratorio (-11 milioni di prestazioni), diagnostica per immagini/medicina nucleare (-7.700 prestazioni), radiologia (-608mila prestazioni), attività clinica (-1milione e 680mila prestazioni), medicina fisica e riabilitazione (458mila prestazioni). In tutto, fra ricoveri mancati e prestazioni non erogate, fa 13.887.700, cioè quasi 14 milioni di cure che sarebbero servite e non ci sono state. Unico dato positivo quello riferito alla radioterapia passato da 255mila prestazioni del 2019 alle circa 307mila del 2020. 

Crescita dei pazienti

La serie di riordini regionali intercorsi e la conseguente riduzione del numero di aziende sanitarie ha prodotto una loro crescita dal punto di vista dimensionale, con una popolazione media per Asl pari a 471.865 utenti calcolati a gennaio 2022. La regione Puglia con 652.028 cittadini per Asl è al terzo posto nazionale, preceduta per la popolazione media regionale più elevata dalla Toscana (1.225.428 abitanti) e dalla Campania (798.669). Complessivamente la nostra regione dispone di 6 Asl, 2 aziende ospedalierie e 2 Irccs pubblici. Concentrando l’analisi sui presidi a gestione diretta Asl, si evidenzia come nella maggior parte delle regioni questi accorpino funzionalmente più stabilimenti ospedalieri. Tra il 2010 e il 2020, arco temporale che coincide con la fase di riordino istituzionale condotta in diverse regioni, gli ospedali a gestione diretta sono diminuiti di 144 unità a livello nazionale. Se tra il 2010 e il 2014 gli stabilimenti che hanno cessato la propria attività erano principalmente situati nelle regioni del Sud Italia (Puglia -34 stabilimenti; Campania -14; Calabria -13), negli ultimi anni invece il fenomeno si è esteso a tutto il territorio nazionale, seguendo le tempistiche con cui i vari sistemi sanitari regionali hanno provveduto alla revisione degli assetti istituzionali. 

Nel dettaglio della nostra regione, il dato attuale riporta 24 presidi ospedalieri a diretta gestione delle Asl su un totale di 59 strutture di ricovero tra pubbliche e privato accreditate. Ventisei i punti nascita pugliesi, 1 ogni 1000 abitanti, nella media nazionale di 1,05. Da zona retrocessione invece l’assistenza socio-sanitaria per gli over 65 non autosufficienti poiché coinvolge solo il 13% degli anziani (in Lombardia è il 26%, in Emilia il 31%). I dati del report evidenziano anche per il 2020 un numero medio di posti letto per gli stabilimenti sanitari del Sud, del Centro e delle Isole (rispettivamente 132, 144 e 105) significativamente inferiore rispetto a quello degli stabilimenti del Nord (232 posti letto). Quadro ricostruito nel report “Oasi” della Bocconi che si fa più complicato con riferimento ai dati sul disavanzo sanitario registrati dal 2015. Nel 2021, Toscana, Puglia e Campania registrano i livelli di disavanzo più elevati (191, 117 e 75 milioni di euro rispettivamente), incidendo sul disavanzo annuale complessivo nazionale per l’83%.


 

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Quotidiano Di Puglia