Puglia, oltre 20mila arrivi in Puglia dal 3 giugno. Diciannovemila dall'Italia, il 35% dalla Lombardia. Lopalco: «Massima attenzione»

Puglia, oltre 20mila arrivi in Puglia dal 3 giugno. Diciannovemila dall'Italia, il 35% dalla Lombardia. Lopalco: «Massima attenzione»
Oltre 20mila arrivi in Puglia in meno di due giorni e il rischio, quasi certo, che possa esserci qualcuno che, inconsapevolmente, trasporta il coronavirus. Dalla mezzanotte del 3...

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Oltre 20mila arrivi in Puglia in meno di due giorni e il rischio, quasi certo, che possa esserci qualcuno che, inconsapevolmente, trasporta il coronavirus. Dalla mezzanotte del 3 giugno a mezzogiorno di ieri sono oltre 20mila le persone che hanno compilato il modulo per segnalare il proprio trasferimento in Puglia. Per la precisione sono 20.020, entrando nel dettaglio, sono 19.271 le persone provenienti dall'Italia, 749 quelle arrivate dall'estero. La Lombardia è la regione dalla quale si registra il maggior numero di arrivi: il 34,8%. Seconda, ma con una percentuale inferiore alla metà rispetto alla Lombardia, l'Emilia Romagna (13,7%). Seguono, con percentuali sotto il 7%, Campania, Veneto e Piemonte. Passando dalle regioni italiane ai Paesi esteri, è la Svizzera la prima nazione per numero di autosegnalazioni, 26,7%. Al secondo posto la Germania col 17,6%. Seguono Gran Bretagna, Francia e Polonia. Inoltre, in 6.557 hanno scelto il primo giorno possibile - il 3 giugno - come data di rientro, 4.208 sono arrivati ieri, 3.076 raggiungeranno la Puglia oggi, 2.150 sabato, 966 domenica.


Numeri importanti che preoccupano la task force pugliese per l'emergenza coronavirus: «Da un punto di vista statistico - avverte l'epidemiologo Pierluigi Lopalco, responsabile del coordinamento epidemiologico della Regione Puglia - su un così alto numero di persone che si spostano da una regione ad un'altra, è possibile che ci sia qualche portatore del virus. Ecco perché è così importante l'aiuto di tutti i cittadini».

La fascia di età maggiormente registrata è quella compresa tra 31 e 50 anni (40,9%), seguita dalla fascia 51-70 (27,1%) e 19-30 (17,3%). Per la maggior parte, 55,2%, si tratta di uomini, 43,3% sono donne. Inoltre, il 91,7% dei rientranti in Puglia svolge una professione non sanitaria (impiegato, pensionato, forze dell'ordine ed anche disoccupati), il 2,7% sono medici, ma ci sono anche infermieri, operatori sociosanitari ed altre figure sanitarie. L'81,5% è arrivato in Puglia con auto o pullman, il 12,5% col treno, l'1,7% in aereo. «La risposta alla nostra ordinanza da parte di chi sta arrivando in Puglia esprime meglio di ogni parola lo spirito di collaborazione e il senso di responsabilità dei cittadini, è interesse di tutti creare le condizioni per soggiornare in Puglia in sicurezza e serenità. Ed è quello che stiamo facendo», dichiara il presidente della Regione, Michele Emiliano. Non potendo più prevedere l'obbligo di quarantena dal 3 giugno, Emiliano ha imposto a chi arriva di segnalarsi compilando un modulo scaricabile sul portale della Regione. Non solo: tra le prescrizioni anche quello di conservare «per un periodo di trenta giorni l'elenco dei luoghi visitati e delle persone incontrate durante il soggiorno».

È escluso chi si sposta per esigenze lavorative, per motivi di salute, per ragioni di assoluta urgenza. Digitando www.sanita.puglia.it/autosegnalazione-coronavirus, è possibile inserire i propri dati nel modulo già preimpostato. In particolare, occorre fornire il proprio codice fiscale, nome, cognome, data di nascita, paese di residenza, comune di alloggio, domicilio o residenza in Puglia, indirizzo di alloggio, domicilio o residenza in Puglia, numero di telefono cellulare, indirizzo e-mail, professione, Paese e Comune di provenienza, data e orario di arrivo in Puglia, mezzo di trasporto usato per arrivare in Puglia e tipo di permanenza (soggiorno breve, soggiorno lungo, permanenza stabile). Compilati i campi, basta cliccare sul tasto per generare il modulo in formato pdf. Chi non rispetta queste regole rischia una sanzione amministrativa.
La Regione Puglia consiglia anche di installare sul proprio smartphone l'App Immuni.


L'applicazione, però, non funziona su tutti i telefoni di Huawei e del suo brand collegato Honor. Non solo quindi su quelli più recenti, sprovvisti dei servizi di Google a causa di un divieto Usa, ma anche sui modelli precedenti, molto diffusi in Italia. I problemi di Immuni sugli smartphone Huawei e Honor sono risultati evidenti da subito. Diversi utenti hanno infatti scritto recensioni lamentando il malfunzionamento della app per il tracciamento dei contatti, che da lunedì è scaricabile sugli smartphone. Ieri poi, con l'aggiornamento di Immuni, i possessori di dispositivi Huawei e Honor hanno visto l'applicazione sparire dal negozio di Google. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia