Fitto attacca Emiliano sulla questione rifiuti: «La demagogia porta all'emergenza in Puglia»

Fitto attacca Emiliano sulla questione rifiuti: «La demagogia porta all'emergenza in Puglia»
«L'ordinanza firmata questa mattina da Emiliano è la conferma per iscritto, ove ce ne fosse bisogno, di quanto sosteniamo: i troppi no, compresi quelli di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

«L'ordinanza firmata questa mattina da Emiliano è la conferma per iscritto, ove ce ne fosse bisogno, di quanto sosteniamo: i troppi no, compresi quelli di Emiliano, hanno portato all'ennesima emergenza rifiuti e all'ennesima toppa, un'ordinanza "contingibile e urgente per fronteggiare le criticità nella gestione dei rifiuti urbani"».

Il copresidente del gruppo dei Conservatori Europei (ECR-Fratelli d'Italia) Raffaele Fitto non le manda a dire in merito alla riapertura di una discarica nel Barese per scongiurare una emergenza. La discarica in questione era infatti stata chiusa perché - secondo la società che la gestisce - il sito è ormai saturo a causa dell'avaria del vicino termovalorizzatore.

«Così il ciclo non si chiude»

«Non avere i termovalorizzatori in Puglia - dice Fitto - dimostra chiaramente che il ciclo dei rifiuti non solo non è chiuso ma è destinato a creare grossi problemi ai sindaci pugliesi. Un fallimento non solo per i due termovalorizzatori revocati e quindi non realizzati, ma perché in 16 anni nulla è stato realizzato. Nessun impianto e quindi continuiamo a portare i rifiuti fuori regione con costi che hanno un danneggiato finale: il cittadino che paga una delle Tari più alte in Italia. Senza contare il danno paesaggistico, igienico e ambientale. Tutto questo - conclude - per la demagogia e il populismo dei tanti no detti in questi anni, producendo danni anche sotto il profilo energetico. Un disastro che ha nomi e cognomi, come le ordinanze».

Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia