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Ha cercato per due volte di raggiungere l'Italia. Adesso sogna di essere adottato da una famiglia italiana. Fatou (nome di fantasia) è uno dei 117 minori arrivati stamattina a Brindisi con la Geo Barents (110 di loro sono non accompagnati). Ed è la seconda volta che cerca l'arrivo in Italia. Lo riferisce Fulvia Conte, coordinatrice Sar a bordo della Geo Barents di Medici Senza Frontiere.
Il racconto
La prima volta è stato «respinto dalla guardia costiera libica in mare dopo aver già lanciato l'allarme, quindi con le autorità informate, ma è arrivata purtroppo prima la guardia costiera libica». «Lo hanno portato nei centri di detenzione - spiega Conte - dove non avendo soldi per pagarsi un altro viaggio è stato torturato, costretto ai lavori forzati e gli hanno rotto un braccio.
Quanto all'aumento degli arrivi di minori non accompagnati, Conte evidenzia che «le cause di questa dinamica sono molto complesse perché si parla di diversi motivi di fuga. Ci sono persone che fuggono dalla guerra, da una estrema povertà, da paesi in cui il cambiamento climatico sta avendo molti più effetti di quanto non li stia avendo qui da noi». «Il momento della fuga è molto difficile e costoso. Ci raccontano - conclude - che le famiglie cercano di permettere al membro più giovane, con più speranze di vita, di partire»
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