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Tra l'assessora regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia, il marito Alessandro Cataldo e gli imprenditori Partipilo che avevano ottenuto appalti con l'ex Provincia di Bari quando l'assessora era vicepresidente, tra il 2011 e il 2021, è emersa «l'esistenza di relazioni amicali assolutamente inopportune che, tuttavia, non superano la soglia del fondato sospetto in merito al loro coinvolgimento» in vicende corruttive, «difettando la prova di un collegamento tra le regalie o utilità erogate e gli affidamenti aggiudicati dalle imprese riconducibili a Partipilo, tale da rendere sostenibile l'accusa di corruzione».
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È la motivazione alla base del proscioglimento di Maurodinoia e degli altri imputati per questa vicenda, nell'ambito dell'udienza preliminare che si è conclusa ieri dopo cinque anni su presunti episodi di corruzione, falso, frode in pubbliche forniture, turbativa d'asta e truffa ai danni dell'ex Provincia di Bari. L'assessora e il marito erano accusati di corruzione per aver ottenuto - riteneva la Procura - l'esecuzione gratuita di lavori in casa e forniture di generi alimentari da parte degli imprenditori Partipilo in cambio dell'affidamento di appalti.
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