Una favola, sì. Ma vera, costruita, programmata e inseguita. Passo dopo passo. Perciò, un'impresa. Con la A maiuscola. Che deve insegnare molto alla città...
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Un giovane avvocato leccese, già affermato nel suo campo e con fitte relazioni a Roma, tenta l'azzardo. Tra molti dubbi e non pochi sorrisetti beffardi nei ciarlieri salotti cittadini. Si chiama Saverio Sticchi Damiani. Coinvolge professionisti, mette su una rete di piccoli imprenditori, si fa garante del progetto e scommette sul futuro. L'inizio è faticoso, l'inferno della C sembra una condanna definitiva anche come espiazione della pena per il derby truccato a Bari, la lotteria dei play off un maledetto incubo, la prospettiva del fallimento dietro l'angolo. Ma è in quei momenti, quando tutto sembra andare per il verso contrario, che matura la svolta. E la svolta si chiama insistenza, caparbietà, coerenza. Si rinnova la sfida, si aggiorna il progetto, si coinvolgono nuove forze, locali e non, fino all'arrivo del nome grosso, René De Picciotto, che si aggiunge a imprenditori e sponsor del territorio, e viene scaraventato nel sogno. I piedi, tuttavia, restano ben piantati a terra. Niente effetti stupefacenti e annunci pirotecnici per illudere i tifosi. Ma un occhio ai bilanci, l'altro alla scelta appropriata delle persone giuste nel posto giusto: l'allenatore, il direttore sportivo, i giocatori, l'organizzazione societaria. Così l'azzardo si trasforma in programmazione. Così il sogno diventa realtà. Così arrivano due promozioni dirette.
Ecco la lezione. Anche qui si può. Anche qui riuscire nell'impresa, con la A maiuscola, è possibile. Nonostante tutto. Nonostante gli ostacoli e le diffidenze. Nonostante la pigrizia e l'insolenza dei nostri salotti. Si può. Con il progetto, la serietà, la determinazione, l'organizzazione. Perciò, chapeau agli artefici di questo successo. Che consente di far tornare il Lecce nel grande calcio, unica squadra pugliese e, con il Napoli, rappresentante di tutto il Sud. E che dimostra, soprattutto, che possiamo guarire dalla nostra principale malattia, magistralmente diagnosticata ben tre secoli fa da Antonio Genovesi: il nonsipuotismo. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia