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Sarebbe stato auspicabile, in questo momento così drammatico, continuare a coltivare l’arte del tacere per non alimentare il rumore molesto che viene dalla comunicazione dei decisori pubblici e degli scienziati, veri o presunti tali, diventati ormai novelle star del sistema mediatico. Ma di fronte ai danni gravi e irreparabili che l’insignificanza di questo rumore sta producendo nelle nostre vite non si può più restare in silenzio. E non certo per aggiungere altra confusione, ma perché c’è un momento in cui è sacrosanto e doveroso manifestare l’indignazione di cittadino, di governato, di elettore.
Dire che siamo arrabbiati è un eufemismo. Siamo stati ingannati e traditi prima, quando chi è al governo a Roma e nelle Regioni ha irresponsabilmente sprecato cinque mesi di tempo per attrezzare il sistema Paese a fronteggiare la seconda ondata dell’epidemia, prevista e annunciata, occupandosi di tutt’altro e impegnando il proprio tempo per girare in lungo e in largo i territori dove si votava al fine di rastrellare consensi con annunci pirotecnici e vantando meriti del tutto immeritati, come ormai è diventato palese in queste ore. E ci sentiamo ingannati e traditi oggi con il virus che avanza e il caos totale che sopravanza nelle stanze e nelle videoconferenze di chi ha responsabilità di governo. Un balletto indegno per un Paese stremato, impaurito, rassegnato. Che ha già pagato costi altissimi in termini di vite umane e di sofferenze sociali. E che, purtroppo, considerata la persistente confusione, altri ancora - e anche più pesanti - sarà costretto a pagare.
Siamo allo sbando, inutile girare intorno alle parole.
Quotidiano Di Puglia