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Rigettate tutte le questioni preliminari della difesa, analizzate in un'unica udienza, si entra ora nel vivo del dibattimento. Ha avuto inizio il processo Tap, fermo da due anni per i diversi cambi di giudice. Ieri l'udienza straordinaria dinanzi alla giudice monocratica Maria Francesca Mariano, che è titolare del processo e non sarà più sostituita. Le difese dei 19 imputati (avvocati Angelo Nanni, Roberto Eustachio Sisto e Andrea Sambati) hanno rappresentato le questioni.
Il pm, Alessandro Prontera, ha argomentato. Anche le parti civili (tra cui gli avvocati Renata Minafra, Ladislao Massari e Francesco Calabro). Sono state ammesse le prove e si inizierà a fine gennaio con l'audizione dei primi testi dell'accusa. Nel giudizio si parla di presunti illeciti di tipo edilizio, paesaggistico e ambientale, nell'iter di progettazione e realizzazione del gasdotto Tap.
Gli imputati
Ne rispondono 19 imputati, inclusa la società Trans Adriatic Pipeline.
Le accuse
In sette capi di imputazione, le ragioni dell'accusa che andranno verificate nel corso del dibattimento. Il primo riguarda l'avvio dei lavori in località Le Paesane a San Foca dal novembre 2016 al 12 luglio 2019: viene contestata l'accusa di abusi edilizi per lo scavo in cui è stata sotterrata la condotta del gas e per i lavori di creazione del terminale di ricezione. Poi la questione dei vincoli paesaggisti ed idrogeologici sulle aree interessate o nelle zone agricole dichiarate di «notevole interesse pubblico». Illegittime, per la procura, anche le varianti poiché sarebbero state adottate senza prima tenere in considerazione la procedura sull'applicazione o meno della Via. Stessa contestazione - quella dell'assenza della Via - nel capo di imputazione riguardante gli ulivi espiantati. C'è poi la contestazione di inquinamento della falda acquifera con sostanze pericolose come cromo esavalente, nichel, manganese, arsenico ed azoto nitroso nel cantiere di San Basilio. Si tornerà in aula il 26 gennaio prossimo.
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