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Si sarebbero sostituiti a compratori e venditori di immobili, riuscendo così ad incassare caparre e saldi relativi alla compravendita di abitazioni nel Capo di Leuca. Un uomo di 46 anni titolare di un'agenzia immobiliare di Tricase, una donna di 47 anni di Tricase e un 42enne di Alessano sono indagati a vario titolo per truffa, sostituzione di persona e esercizio abusivo di professione.
Diverse le presunte vittime del raggiro architettato dai tre per incassare indebitamente gli importi della compravendita degli immobili. Nel primo caso finito all'attenzione degli investigatori, il titolare dell'agenzia immobiliare e il 42enne avrebbero truffato un uomo di Gagliano e due cittadini francesi. Il primo, proprietario di un'abitazione nel Comune del Capo di Leuca, sarebbe stato indotto a pensare di essere stato messo in contatto con i due acquirenti, ai quali era stato fornito un numero di telefono spacciato per quello del venditore ma in realtà intestato al 42enne.
I dettagli
Nella sede dell'agenzia immobiliare, dinanzi a un falso notaio non identificato, i due francesi hanno firmato un altrettanto falso contratto di compravendita.
Il titolare dell'agenzia, poi, è accusato di aver truffato due promissari acquirenti di un immobile di Castrignano del Capo, che sarebbero stati indotti a versare una caparra di 35mila euro a fronte di una proposta d'acquisto di 105mila euro. Anche in questo caso, i proprietari dell'immobile sarebbero stati all'oscuro dell'intera trattativa.
Gli ultimi due episodi contestati vedono, dalla parte degli accusati, il 46enne e la 47enne. Ad una donna austriaca residente a Miggiano avrebbero proposto l'acquisto di un immobile situato a Tricase. Si sarebbero presentati lui come proprietario dell'immobile e lei come moglie di quest'ultimo e avrebbero indotto la malcapitata a versare tre caparre per 21 mila euro totali (poi restituiti), oltre a duemila euro in contanti a titolo di provvigione per l'agenzia immobiliare. Gli ultimi due presunti truffati sono un uomo e una donna di Taurisano, il primo promissario acquirente e la seconda promissaria venditrice di un'abitazione. Credendo di parlare via WhatsApp con il venditore (in realtà, secondo gli investigatori, dall'altra parte del telefono c'erano il 46enne e il 47enne), il compratore sarebbe stato indotto a versare su una Postepay intestata alla 47enne la somma di 23mila euro in tre tranches, oltre a tremila euro in contanti. Il titolare dell'agenzia è inoltre indagato per esercizio abusivo di professione: l'attività, infatti, non sarebbe stata iscritta al Registro delle imprese.
Le indagini sono coordinate dal pubblico ministero Rosaria Petrolo. Il titolare dell'agenzia e la donna sono difesi dall'avvocato Antonio Manco. Il 42enne di Tricase, invece, è difeso dall'avvocato Ada Alibrando. Le parti offese sono assistite dagli avvocati Fabio Accogli, Luigi Potenza, Paolo Maggiore e Luigi Chiffi.
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