Penetrano nell'ufficio postale per rapinarlo: arrestati in tre

Penetrano nell'ufficio postale per rapinarlo: arrestati in tre
L'ultimo sopralluogo è stato fatale. Non sapevano, i tre rapinatori brindisini che avevano preso di mira l'ufficio postale di Cannole, che le loro auto -...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
L'ultimo sopralluogo è stato fatale. Non sapevano, i tre rapinatori brindisini che avevano preso di mira l'ufficio postale di Cannole, che le loro auto - probabilmente utilizzate in analoghi episodi precedenti - erano già tenute sotto controllo dai carabinieri della compagnia di Lecce, guidati dal capitano Flavio Pieroni.

In carcere per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine, ricettazione di auto rubata e violazione di domicilio aggravata sono finiti il 61enne Roberto Giuseppe Niccoli e il 53enneSalvatore Quinto, entrambi di Brindisi, e Oronzo Sgura, 57 anni, di Ostuni.
Quando, venerdì sera, una delle auto sospette con i tre uomini a bordo ha varcato i confini del territorio leccese, gli uomini della sezione operativa e di quella radiomobile del Norm di Lecce, agli ordini del tenente Valerio Monte, gli si sono messi alle calcagna. E li hanno seguiti fino a Cannole, dove l'auto ha effettuato diversi giri attorno a via Umberto I, nei pressi dell'ufficio postale.
Non ci è voluto molto, ai carabinieri, per capire cosa stava succedendo: era in programma una rapina, forse l'ennesima da parte dello stesso gruppo. Con il buio della notte, dopo che l'auto si era allontanata, i militari si sono introdotti in una casa disabitata confinante con le Poste ed hanno riscontrato come tutto fosse già pronto per la rapina: sul muro perimetrale era infatti già stato praticato un grosso foro che, di lì a poco, avrebbe consentito ai malviventi di entrare direttamente nell'ufficio postale.
È stato necessario organizzarsi in fretta: con il supporto dei colleghi della stazione di Bagnolo, i carabinieri hanno cinturato la zona e si sono messi in attesa. È scattata l'operazione Laundry wall. Attorno alle 5.30 i malviventi sono tornati ed hanno messo in atto il loro piano: hanno parcheggiato una Lancia Y risultata rubata vicino all'ufficio postale, probabilmente per utilizzarla nella fuga verso Palmariggi. Uno dei tre, a bordo di un'auto pulita, si è appostato nelle vicinanze per fare da palo, mentre gli altri due sono entrati nella casa disabitata pronti a fare irruzione e a svuotare la cassaforte.
Alle 7.45 è scattata la trappola: il palo si è spostato e, non appena è stato abbastanza lontano da via Umberto I, è stato bloccato dai carabinieri della stazione di Bagnolo e da quelli del Norm di Lecce, che lo hanno perquisito e tratto in arresto. A bordo dell'auto c'era una ricetrasmittente, utilizzata per rimanere in contatto con i complici.

Poco prima delle 8, il direttore delle Poste è arrivato ed ha aperto l'ufficio: per i carabinieri è arrivato il momento di intervenire per evitare che si consumasse la rapina e che dipendenti e clienti delle Poste potessero trovarsi in una situazione di pericolo. I carabinieri hanno allora fatto irruzione nella casa disabitata, buttando giù la porta come in un classico film d'azione e hanno sorpreso i due aspiranti rapinatori alle spalle, proprio mentre stavano per infilarsi nel buco nel muro. I due, colti letteralmente di sorpresa, non hanno opposto resistenza: sono stati arrestati in flagranza di reato e accompagnati, insieme al terzo complice, nel carcere di Borgo San Nicola, a Lecce. In casa avevano lasciato due passamontagna, una pistola scacciacani privata del tappo rosso in modo da sembrare vera e una ricetrasmittente uguale a quella trovata in possesso dell'uomo a bordo dell'auto. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia