Era stata convinta a investire i risparmi di una vita in quella che immaginava essere un'assicurazione sulla vita propostale dalla filiale di Nardò (Salento) della...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Blitz sulla Banca Popolare di Bari, arrestati Marco e Gianluca Jacobini
Vibo Valentia, gli negano il prestito: lancia una molotov contro la banca, filiale distrutta
A pareggiare i conti però, condannando l'istituto bancario e la società Eurovita Spa a restituirle tutto il denaro investito, è stato il Giudice di Pace Giuseppe Paparella che ha stabilito come la pensionata sia stata vittima di un raggiro. Quello che le avevano fatto firmare nel 2007 in filiale, infatti, non era il contratto per un'assicurazione sulla vita ma il documento di acquisto di un'obbligazione finanziaria ad alto rischio.
Spariti i soldi, la risparmiatrice si è rivolta all'avvocato Giuseppe Calogiuri raccontadogli che si era decisa a investire i risparmi in una polizza assicurativa sulla vita a capitale garantito che le era stata proposta dalla banca. Una polizza basata su un prodotto assicurativo della società Eurovita spa che le era stato presentato come sicuro e privo di rischio, oltre che adatto alle sue esigenze. Quello acquistato dalla signora, tuttavia, si è rivelato un titolo malato. E quando la pensionata ha provato a chiedere spiegazioni su dove fossero finiti i suoi soldi, la banca ha giustificato l'ammanco replicando che le obbligazioni connesse al prodotto finanziario acquistato erano state emesse da uno degli istituti coinvolti nella crisi del sistema bancario islandese. Da qui la decisione della cliente di portare in tribunale l'istituto bancario, difeso dai legali Filippo Pingu e Massimo Lo Conte. E di chiedere al giudice l'annullamento del contratto e la restituzione del denaro investito. Istanza accolta su tutta la linea dal Giudice di Pace che in sentenza ha più volte ribadito come la banca, nel proporre all'anziana l'acquisto del prodotto finanziario, sia venuta meno all'obbligo di profilare l'investitrice. Un passaggio fondamentale e necessario ad accertare che la cliente stesse comprendendo realmente che tipo di prodotto finanziario stava acquistando.
Una carenza di informazione che, secondo il giudice, rientra nella sfera del dolo e del raggiro. Da qui l'annullamento del contratto e la condanna per l'istituto bancario ed Eurovita spa alla restituzione dei 5mila euro alla pensionata. «La vittoria di una causa è la vittoria di una intera categoria di persone commenta l'avvocato Calogiuri - In questo caso a vincere è stata un'anziana che, in poco tempo, aveva visto scomparire ogni risparmio. Un provvedimento che supera anche precedenti pronunce dei Tribunali di Roma e Milano, censurando l'assoluta carenza di informazioni sui rischi connessi al prodotto proposto dalla banca. Un investimento ad alto rischio che avrebbe previsto, al contrario, una approfondita conoscenza delle operazioni obbligazionarie connesse, nonché una vasta esperienza nel campo finanziario». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia