In alcuni casi si tratta di conferme, in altri di rimodulazioni di vecchi divieti, in altri ancora di interdizioni del tutto nuove. Fatto sta che anche per la stagione balneare in...
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La mappa del “mare vietato” si aggiorna dunque in questo modo: a Galatone, pericolo frane - ma non è una novità - in tutta l’area nota come “montagna spaccata” e per questo bisognerà tenersi lontani almeno trenta metri dal costone roccioso, sia a nuoto che in barca. Risalendo verso Nord, sempre a Galatone, bagno impossibile sul tratto di litoranea che collega Gallipoli con Santa Maria al Bagno e che va, precisamente, dalla “montagna spaccata” fino a località “La Reggia”, anche se in questo caso la distanza di sicurezza dal costone roccioso viene ridotta a soli dieci metri.
A San Gregorio di Patù non si potrà fare il bagno per un tratto lungo circa un chilometro e mezzo e che va dalla scogliera posta qualche centinaio di metri prima del noto bar del Moro fino a Felloniche, con distanze di rispetto che, a seconda dei tratti (tre in tutto a Patù), vanno da dieci fino a venti metri dalla scogliera.
Diversi i tratti di competenza del Comune di Castrignano del Capo interessati dall’ordinanza della Capitaneria che vieta la balneazione e che ricadono nel territorio di Leuca: a causa del «dissesto idrogeologico e di possibili movimenti franosi», sarà inaccessibile lo specchio acqueo prospiciente Punta Meliso e Colonia Scarciglia (qui bisognerà mantenere la distanza minima di trenta metri dalla scogliera); pericolo anche nelle acque che guardano il ponte Papa Benedetto XVI, dove la distanza da non superare sarà però di dieci metri; ancora trenta metri di distanza di sicurezza da Punta Ristola e 25 dalle scogliere in cui fanno capolino Grotta Tre porte e Grotta del Fiume. Bagno proibito in località Marchiello e Grotta del Drago (25 metri di distanza minima dalle scogliere da mantenere in entrambi i casi) e infine divieto in vigore anche in località Ciardo (dieci metri di distanza).
Colpito anche il comune di Alliste con le sue marine. Qui sono dodici diversi tratti - tutti situati lungo la litoranea che conduce da Gallipoli a Leuca - dove non si potrà più fare il bagno.
Si tratta di aree che il Piano di assetto idrogeologico regionale (Pai) classifica come Pg3, cioè a pericolosità geomorfologica molto elevata. Nel solo caso del Comune di Alliste, però, le zone interdette alla balneazione potrebbero presto ridursi: lo scorso marzo il Comune ha infatti comunicato alla Capitaneria di aver affidato a un geologo la redazione di uno studio sulla pericolosità geomorfologica dei tratti costieri classificati dal Pai come pericolosi e che gli elaborati saranno consegnati entro il 25 maggio. I risultati di questo studio - da sottoporre a un tavolo tecnico con l’autorità di Bacino - potrebbero portare alla modifica dei divieti che però fino ad allora saranno del tutto operativi. Per gli altri Comuni, invece, nonostante i solleciti della Capitaneria, la relazione tecnica sullo stato di sicurezza della costa non è stata ancora commissionata e, almeno per l’anno in corso - salvo procedure in extremis - bisognerà rinunciare ai tuffi nelle zone a rischio.
Resta in capo ai singoli Comuni “colpiti” dalle ordinanze della Capitaneria e firmate dal comandante Domenico Morello adottare tutti i provvedimenti necessari a non consentire l’accesso nei tratti di costa interessati dal pericolo di crollo o comunque di sgretolamento delle falesie. La prima operazione da fare - dal momento che i divieti sono già in vigore dall’ultima settimana di aprile - è l’apposizione dei cartelli, possibilmente redatti in più lingue, in modo da poter essere compresi anche dai turisti stranieri, in cui vengano segnalati i divieti e il pericolo esistente per chi fa il bagno in quelle zone Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia