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Ma il viola non portava sfiga, un tempo? Risposta marzulliana e al contempo moderna, politically correct: un tempo, appunto. Prima dello sdoganamento ad opera del mondo della moda, avvenuto qualche anno fa. Ché se oggi c’è un colore capace di sintetizzare ritrovata energia e voglia d’azione, pragmatismo e insieme attenzione ai valori intangibili della vita, quello è appunto il viola, colore di Giove. Perché sì, avete capito bene: a dispetto dell’antico rimando ai rigori della Quaresima e alle relative restrizioni – ecco perché gli attori lo temevano e ancora lo temono come la peste, a teatro – il viola, secondo la tradizione astrologica, è legato al segno dei Pesci e al suo governatore Giove. Che naturalmente – essendo lo stesso il mitologico padre degli dei – rappresenta l’autorità, spirituale e non solo. E poi il viola, scendendo nel mondo delle nuance e dei plausibili accostamenti, riesce come pochi a valorizzare gli altri colori abbinatigli: uno su tutti, il giallo.
Un esempio a caso, eh?
Mica perché l’Adriana, “il sindaco di Lecce” – così ha voluto sottolineare l’interessata per indicare il passato, ma pure un auspicabile, prossimo futuro – abbia scelto questi due colori per il suo manifesto elettorale da sfidante dell’uscente Carlo Salvemini. E il risultato “buca”, funziona: lei in versione sorridente e volitiva, come se vent’anni non fossero mai passati, e poi una citazione che sta tra una hit dei Pooh e un celeberrimo libro di Dominique LaPierre, un invito ad adoperarsi attivamente per il cambiamento, non solo meteorologico: “C’è il sole oltre le nuvole”. Temeraria, insomma, as usual.
Ma non è l’unica: Alessia Ferreri – stesso viola, stesso schieramento ma in quota Forza Italia - si appropria addirittura dello slogan dell’inno scritto nel 2002 da Andrea Vantini per celebrare l’avvento politico di Silvio Berlusconi (che al momento non può notoriamente protestare per lo scippo), e si autoincorona: “Meno male che Alessia c’è”. E meno male che ci sono le donne, aggiungiamo noi, a tenere alto il livello estetico e cromatico di questa competizione elettorale graficamente appena iniziata. Why? Perché il resto che è stato prodotto finora, in materia, provoca onestamente qualche riflessione.
Le rughe sul manifesto di Paolo Foresio, ad esempio: sorriso accattivante, slogan nuziale (“Sì, lo voglio”), giallo ottimismo per lo sfondo.
Assolutamente sì
Meno rughe, ma sguardo ugualmente provato per Giacinto detto Marco - ah no, quello era Pannella – Marco detto Urban De Matteis: il potere logora chi non ce l’ha, ma l’assessorato logora chi ce l’ha. E se si tratta per giunta dell’assessorato al Traffico di una città refrattaria alle regole come Lecce, è vero il doppio. Giustificato, dunque, ma invitato a un mesetto di cura del sonno, possibilmente ad altre latitudini.
E poi un altro povero Marco, anzi Marco Povero: nel facsimile della scheda elettorale colorito pallido, certamente dipendente dal suo stare appresso alle esigenze degli sciamannati nottambuli leccesi. Oppure è il confronto con la sua coinquilina di scheda: Valeria Giannone, abbronzatura modello Carlo Conti. Panìco o pànico? Forse la seconda, a giudicare dall’espressione, per Luca-appunto-Panìco, candidato “con l’Adriana sindaco”. Se la ride invece Christian Gnoni, assessore uscente ai Tributi (“Buona la prima” lo slogan autoassolvente) che apre la sezione “Assertivo-giulivi”: tra i salveminiani Giovanni Occhineri (e Mal non c’entra), Mattia Esposito (“per il cambiamento… dal basso!”), Alessandro Costantini (“Insieme, più di prima”), Andrea Fiore (no comment). Per i polibortoniani, invece, il redivivo e pinodanieliano Damiano D’Autilia (“Tutta un’altra storia”), Paolo Zongolo (“Oltre lo sport – Visioni e valori per il domani”), Massimo Fragola (“Concreti ed entusiasti”), Roberto Giordano Anguilla (che sembra aver visto il fantasma di Belén). Chiude la rassegna il FdI Andrea Guido, uno notoriamente pronto a buttare le mani se serve: così pronto da dotare addirittura il suo santino elettorale di numero di telefono personale. Ma non gli bastavano i call center?
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Quotidiano Di Puglia