Appalto 275: è scontro tra società per i lavori

Appalto 275: è scontro tra società per i lavori
Com'era prevedibile è scontro aperto tra società sui lavori della 275 e dopo la richiesta avanzata ad Anas,...

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Com'era prevedibile è scontro aperto tra società sui lavori della 275 e dopo

la richiesta avanzata ad Anas, da parte del gruppo temporaneo di impresa Ccc-Igeco-Aleandri, di affidamento dei cantieri, giunge la risposta dell’altra azienda temporanea concorrente, composta da Matarrese e Coedisal.

Ha infatti scritto all’Anas e all’Anac il legale dell’Ati Matarrese Pietro Quinto, che tutto è opinabile e può essere messo in discussione ad eccezione di quanto affermato dal Consiglio di Stato con la sentenza n. 3344 del 2014, avente forza di giudicato.

Ha affermato il Consiglio di Stato che in virtù di gravi illegittimità la Commissione di gara dell’Anas ha affidato i lavori della 275 alla Ccc invece che all’AtiMatarrese, che ne aveva diritto, ed ha altresì motivato sulle gravi illegittimità che hanno inficiato l’aggiudicazione. In particolare, il Consiglio di Stato ha affermato che non era ammissibile la sostituzione della originaria mandataria Uniland con la Ccc ostandovi il divieto previsto dall’art. 37 del Codice degli Appalti della modifica soggettiva dei raggruppamenti che hanno formulato l’offerta di partecipazione alla gara. Tanto più – si legge nella sentenza del Consiglio di Stato – perché il recesso di Uniland è stato finalizzato “dall’intento elusivo di occultare il difetto del requisito di regolarità contributiva come accertato inter partes in altra causa”.

Ulteriore vizio accertato e denunziato dal Consiglio di Stato sul provvedimento di aggiudicazione a CCC è quello della sostituzione della consorziata designata Mucafer (vicenda che ritroviamo anche nella storia dell’ospedale di Lecce) con altre 3 cooperative e sul punto il Consiglio di Stato ha affermato come non sia stata smentita la circostanza “per cui la reale ragione della sostituzione della Mucafer sarebbe stato un debito di oltre 4 milioni di euro nei riguardi dell’Erario e che quindi la sua sostituzione avrebbe avuto la finalità di eludere una causa di esclusione”.

Lo stesso Consiglio di Stato - continua l’Avv. Quinto - alla luce dei vizi commessi ai danni dell’ATI Matarrese-Coedisal ha affermato che “la stazione appaltante avrebbe dovuto procedere, ai sensi dell’art. 37 c. 10, all’annullamento dell’aggiudicazione e alla declaratoria di nullità del contratto fermo ogni ulteriore profilo di responsabilità dell’impresa nei confronti della stazione appaltante”.

Ed è per questo che il Consiglio di Stato ha concluso condannando l’ANAS al risarcimento del danno nella misura di circa 10 milioni nei confronti dell’ATI Matarrese-Coedisal, ma altresì ha testualmente affermato “resta comunque salva la possibilità che Anas nella sua esclusiva e responsabile competenza in relazione alle «macroscopiche illegittimità» rilevate faccia luogo all’eventuale auto annullamento in autotutela dell’aggiudicazione ed alla conseguente risoluzione del contratto”. Poiche tali «macroscopiche illegittimità» accertate in sede amministrativa hanno altresì trovato un ulteriore riscontro nelle affermazioni oggetto di accertamento penale della “dama nera”, che ha definito la vicenda della 275 la “vergogna delle vergogne” non v’è chi non veda come sia impossibile in termini fattuali e giuridici che l’Anas, la cui commissione di gara ha concorso con l’impresa aggiudicataria, alla commissione delle «macroscopiche illegittimità», possa far finta di niente.


Risulta di palmare evidenza – afferma il legale dell’Ati Matarrese - che se ciò avvenisse le «macroscopiche illegittimità» sarebbero denunziate in sede penale da chi ha subito nel 2012 la illegittima estromissione dall’aggiudicazione. Ed invero se tutto ciò non fosse accaduto dal 2012 la Matarrese avrebbe già cantierizzato i lavori della 275. Certo – conclude l’Avv. Quinto - tutto può succedere, secondo quanto dichiarato da Cantone e riportato da alcuni organi di stampa, ma di certo non l’aggiudicazione alla CCC. A questo proposito – afferma da ultimo l’Avv. Quinto – è da chiedersi come sia stato possibile che dopo la sentenza del Consiglio di Stato risalente al 3/7/2014 si sia arrivati solo a dicembre 2015 a registrare un intervento – proceduralmente non condivisibile di ANAC, che, mettendo tutto in un unico calderone, invece di sciogliere i nodi della vicenda li ha ulteriormente ingarbugliati. Ed è anche sorprendete l’ulteriore affermazione, riportata sulla stampa di ieri, del Presidente di ANAC, secondo cui la strada 275 «sarebbe diventata inutile». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia