Sì dei giudici al cantiere: case di lusso e piscina nel Palazzo delle Poste

Sì dei giudici al cantiere: case di lusso e piscina nel Palazzo delle Poste
Il Palazzo delle Poste potrà essere trasformato in un residence di lusso, con piscina all’ultimo piano e vista sul restaurato Castello Carlo V. E il cantiere...

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Il Palazzo delle Poste potrà essere trasformato in un residence di lusso, con piscina all’ultimo piano e vista sul restaurato Castello Carlo V. E il cantiere potrà partire anche subito, perché sono venute meno le prescrizioni dettate dalla Soprintendenza per i Beni culturali all’impresa Mr Investments srl proprietaria dell’immobile. I giudici del Consiglio di Stato, infatti, hanno confermato la sentenza del Tar e hanno dato pienamente ragione all’impresa: la Soprintendenza non avrebbe dovuto da un lato approvare il cambio di destinazione d’uso dell’immobile da uffici a residenziale e, dall’altro, imporre prescrizioni così «contraddittorie e illogiche» - scrivono i giudici - da rendere, nei fatti, impossibile e per nulla redditizia la realizzazione degli appartamenti previsti nel progetto. «Incombeva alla Soprintendenza l’onere di comprovare la praticabilità della prescrizione» scrivono i giudici Sergio Santoro, presidente; Carlo Deodato, Vincenzo Lopilato e Francesco Mele, consiglieri e Bernhard Lageder, estensore. E per questo il braccio pugliese del ministero per i Beni culturali è stato condannato anche a pagare 5.000 euro di spese di giudizio.

Nulla a confronto della somma che l’impresa Mr Investments è pronta a chiedere come risarcimento dei danni subiti in questi due anni di contenzioso. «La sentenza - spiega Donato Pezzuto, consulente dell’azienda - apre a una ipotesi risarcitoria. Perché se non ci fosse stato questo ricorso da parte del ministero, l’investimento sarebbe stato già completato e il residence messo sul mercato. Abbiamo già in piedi un giudizio con richiesta di risarcimento danni aperto nei confronti delle Poste, ora valuteremo se attivare eventuali, ulteriori azioni risarcitorie anche nei confronti del ministero». E si parla di qualche milione di euro di danni. 
 
Il giudizio in corso con le Poste è relativo al fatto che sul Palazzo che si affaccia su piazza Libertini e destinato a ospitare 32 appartamenti di lusso, c’è un vincolo, ignorato persino anche Piano regolatore del 1983 e del quale si è saputo, però, soltanto qualche mese dopo l’acquisto dell’edificio da parte della ditta. Il caso fu sollevato dal consigliere di Lecce Città Pubblica, Carlo Salvemini, nel corso di una commissione Urbanistica e costrinse l’amministrazione e l’impresa a rivedere i loro piani iniziali. Mr Investments, a quel punto, ha trascinato Poste italiane in tribunale «perché l’esistenza di quel vincolo - dice Pezzuto - non è stata pubblicizzata in sede di stipula della compravendita».
Da questa lunga storia, che ha sollevato numerose polemiche, l’amministrazione pubblica - nel caso specifico il ministero per i Beni culturali - ne esce con le ossa rotte. Anche perché contro la posizione della Soprintendenza si è schierato anche il Comune di Lecce, deciso a non rinunciare alla possibilità di completare la riqualificazione di questo spicchio di centro storico. «Il recupero dell’edificio in oggetto - si legge ancora nella sentenza - oltre a determinare un minore impatto in conseguenza della connessa riduzione del carico urbanistico in una zona centrale della città, già gravata dalla presenza di edifici pubblici e scuole e caratterizzata da una spiccata vocazione turistica, si inserisce in un programma più ampio di riqualificazione urbanistico-funzionale del contesto urbano, già avviato dal Comune di Lecce e dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio attraverso interventi di recupero del Castello Carlo V (che fronteggia il Palazzo delle Poste), della piazza Libertini che divide i due immobili, del Teatro Apollo contiguo al Castello e dell’ex Caserma Massa, che fronteggia il Palazzo delle Poste sul lato opposto al Castello». La Mr Investments, infatti, verserà al Comune circa 190mila euro per rifare piazza Libertini, oggi occupata dal mercato giornaliero e dal mercato dei fiori.

Soddisfatto il legale dell’impresa, Saverio Sticchi Damiani, che ha difeso la Mr Investments sia al Tar che al Consiglio di Stato: «Il Consiglio di Stato - dice - ha definitivamente riconosciuto la piena legittimità del cambio di destinazione d’uso del Palazzo delle Poste, con la conseguente trasformazione dello stesso da uffici in residenza. E, inoltre, ha dichiarato la totale illegittimità delle prescrizioni imposte dalla Soprintendenza, giudicandole incompatibili rispetto a un progetto che, oltre all’intervento finalizzato a realizzare le abitazioni, ha il grande merito di prevedere a spese dell’impresa il rifacimento dell’intero piazzale antistante il Palazzo, con il recupero di una parte significativa della città». Lo ribadisce anche Pezzuto: «L’opera che realizzeremo tornerà a vantaggio del centro storico e di Lecce per la tipologia e la modalità di esecuzione dei lavori, che contemplano anche la riqualificazione della piazza».  Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia