Danni al campanile del Duomo: rilevamento con il drone per quantificare i danni. Ecco i risultati

Obiettivo della Curia: mettere in sicurezza il monumento il prima possibile e riaprire alle visite entro due mesi

Per quantificare i danni al campanile del Duomo di Lecce dopo il crollo di alcune parti del cornicione di sabato scorso e provocato delle forti raffiche di vento, questa mattina...

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Per quantificare i danni al campanile del Duomo di Lecce dopo il crollo di alcune parti del cornicione di sabato scorso e provocato delle forti raffiche di vento, questa mattina è sceso in campo il drone.  La strumentazione è dotata di telecamere e sensori in grado di ispezionare aree difficilmente accessibili.

A “guidarlo” sono stati i tecnici della Diocesi di Lecce che, in questo modo, hanno la possibilità di analizzare da vicino la parte più alta del campanile, impossibile da raggiungere con altri mezzi. Con i suoi 68 metri, infatti, la maestosa torre campanaria, edificata tra il 1661 e il 1682, è tra le più alte d’Europa. Si eleva per un totale di cinque piani decrescenti verso l’alto, ognuno dei quali caratterizzato da una ricca balaustra decorata. 

Il sopralluogo dei vigili del fuoco 


Al momento i vigili del fuoco, i primi ad effettuare un sopralluogo, sono riusciti a raggiungere a piedi il quarto e il quinto livello (l’ascensore presente arriva solo al terzo piano), certificando la presenza di alcune lesioni sul cornicione, causate dalla caduta di alcuni frammenti del quinto livello. Poi è stato il turno dei tecnici della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, guidata dall’architetto Francesca Riccio, che lunedì mattina hanno ispezionato i luoghi del cedimento. A essere danneggiati, secondo i primi accertamenti, sarebbero state le sfere decorative all’altezza dell’ultima loggia. 


 A cosa serve il drone

L’utilizzo della particolare tecnologia – pratica diffusa ormai in ogni ambito, anche quello architettonico e di restauro – permetterà ai tecnici di effettuare analisi preliminari dall’alto, con un rilievo tridimensionale dell’area, e saranno utili anche per facilitare i successivi lavori di risanamento, in modo da rendere le operazioni più accurate ed efficaci. La Curia non vuole perdere tempo ed è al lavoro per cercare di ripristinare quanto prima il campanile e renderlo nuovamente accessibile, magari proprio in vista delle festività pasquali, con l’arrivo in città di centinaia di turisti.
«Entro massimo due mesi vorremmo terminare le operazioni – aggiunge Rizzo -. Vogliamo fare in fretta in modo da mettere il bene in sicurezza e riaprire il campanile alle visite. Questo è il programma che ci siamo prefissati ma solo dopo il volo del drone avremo più contezza sia del tipo di danno, degli interventi da compiere e della spesa economica che si dovrà sostenere».


Salvo imprevisti, quindi, il ripristino dello stato dei luoghi non dovrebbe comportare tempi lunghi. E anche la spesa dovrebbe essere contenuta. «Noi abbiamo già un programma abbastanza corposo di finanziamenti che servono proprio per coprire interventi di questo tipo – sottolinea l’architetto -. Da una prima analisi non si dovrebbe trattare di grosse cifre però, ripeto, al momento è presto per fare previsioni». 

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