Danni al campanile del Duomo: rilevamento con il drone per quantificare i danni. Ecco i risultati

Obiettivo della Curia: mettere in sicurezza il monumento il prima possibile e riaprire alle visite entro due mesi

Danni al campanile del Duomo: rilevamento con il drone per quantificare i danni. Ecco i risultati
di Stefania DE CESARE
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Mercoledì 8 Febbraio 2023, 10:15 - Ultimo aggiornamento: 11:35

Per quantificare i danni al campanile del Duomo di Lecce dopo il crollo di alcune parti del cornicione di sabato scorso e provocato delle forti raffiche di vento, questa mattina è sceso in campo il drone.  La strumentazione è dotata di telecamere e sensori in grado di ispezionare aree difficilmente accessibili.

A “guidarlo” sono stati i tecnici della Diocesi di Lecce che, in questo modo, hanno la possibilità di analizzare da vicino la parte più alta del campanile, impossibile da raggiungere con altri mezzi.

Con i suoi 68 metri, infatti, la maestosa torre campanaria, edificata tra il 1661 e il 1682, è tra le più alte d’Europa. Si eleva per un totale di cinque piani decrescenti verso l’alto, ognuno dei quali caratterizzato da una ricca balaustra decorata. 

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Il sopralluogo dei vigili del fuoco 


Al momento i vigili del fuoco, i primi ad effettuare un sopralluogo, sono riusciti a raggiungere a piedi il quarto e il quinto livello (l’ascensore presente arriva solo al terzo piano), certificando la presenza di alcune lesioni sul cornicione, causate dalla caduta di alcuni frammenti del quinto livello. Poi è stato il turno dei tecnici della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, guidata dall’architetto Francesca Riccio, che lunedì mattina hanno ispezionato i luoghi del cedimento. A essere danneggiati, secondo i primi accertamenti, sarebbero state le sfere decorative all’altezza dell’ultima loggia. 


 A cosa serve il drone

L’utilizzo della particolare tecnologia – pratica diffusa ormai in ogni ambito, anche quello architettonico e di restauro – permetterà ai tecnici di effettuare analisi preliminari dall’alto, con un rilievo tridimensionale dell’area, e saranno utili anche per facilitare i successivi lavori di risanamento, in modo da rendere le operazioni più accurate ed efficaci. La Curia non vuole perdere tempo ed è al lavoro per cercare di ripristinare quanto prima il campanile e renderlo nuovamente accessibile, magari proprio in vista delle festività pasquali, con l’arrivo in città di centinaia di turisti.
«Entro massimo due mesi vorremmo terminare le operazioni – aggiunge Rizzo -. Vogliamo fare in fretta in modo da mettere il bene in sicurezza e riaprire il campanile alle visite. Questo è il programma che ci siamo prefissati ma solo dopo il volo del drone avremo più contezza sia del tipo di danno, degli interventi da compiere e della spesa economica che si dovrà sostenere».
Salvo imprevisti, quindi, il ripristino dello stato dei luoghi non dovrebbe comportare tempi lunghi. E anche la spesa dovrebbe essere contenuta. «Noi abbiamo già un programma abbastanza corposo di finanziamenti che servono proprio per coprire interventi di questo tipo – sottolinea l’architetto -. Da una prima analisi non si dovrebbe trattare di grosse cifre però, ripeto, al momento è presto per fare previsioni». 

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