Un iter giudiziario durato nove anni. E come se non bastasse, sette mesi trascorsi in carcere. In attesa di un verdetto che ne riconoscesse l’innocenza. Quel verdetto -...
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Vantaggiato era stato arrestato nel marzo del 2009. I carabinieri della compagnia di Maglie misero le mani su un grosso quantitativo di eroina - oltre un chilo - nascosto in una cisterna presso l’abitazione di Vantaggiato, dove si erano recati dopo aver arrestato il fratello Luca per un modesto quantitativo di droga trovato a casa dei genitori. Abitazione - quella di Dario - della quale però lo stesso Luca aveva le chiavi.
Nonostante ciò il 36enne finì in carcere. E vi rimase sette mesi. Un periodo lungo e duro, durante il quale insieme con l’avvocato Conte ha dato il via alla sua battaglia giudiziaria per vedersi riconosciuta la sua innocenza. Tutto inutile: in primo grado Vantaggiato era stato condannato a quattro anni, e gli era stata contestata anche l’aggravante dell’ingente quantitativo. In appello, pur cadendo l’aggravante, la pena era rimasta la stessa: quattro anni. Un primo ricorso alla Corte di Cassazione ha permesso di ridare speranza al giovane. I giudici avevano annullato la condanna, rilevando l’incoerenza e l’illogicità del verdetto di secondo grado, e riconoscendo come credibile la ricostruzione dell’imputato, che aveva raccontato di aver anzi aiutato il fratello Luca a disintossicarsi, accompagnandolo più volte anche al Sert. La sentenza, dunque, era stata annullata e rinviata alla Corte d’Appello di Taranto. Ma anche qui il verdetto era stato infausto: nel nuovo giudizio di secondo grado il Tribunale aveva confermato i quattro anni di reclusione.
L’ultimo ricorso in Cassazione ha dato i risultati sperati all’imputato: la sentenza è stata annullata senza rinvio.
Quotidiano Di Puglia