Case popolari in cambio di voti/ Il “lavoro sporco” affidato alla malavita. Minacce e botte a chi osava ribellarsi al sistema

Case popolari in cambio di voti/ Il “lavoro sporco” affidato alla malavita. Minacce e botte a chi osava ribellarsi al sistema
Minacce a mano armata e botte. Chi si opponena al sistema che dettava legge nel settore delle case popolari ancada incontro a questo. Lo hanno accertato gl iinvestigatori delle...

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Minacce a mano armata e botte. Chi si opponena al sistema che dettava legge nel settore delle case popolari ancada incontro a questo. Lo hanno accertato gl iinvestigatori delle Fiamme Gialle e i sostituti della Procura. Si tratta del "lavoro sporco", affidato a elementi della criminalità organizzata. La prova, per i magistrati, che i clan della Scu avevano messo mano sull'affare case popolari. L'inchiesta sfociata nella retata di stamani vede al centro dell'attenzione di pm e finanzieri due personaggi, i leccesi Umberto Nicoletti (31 anni) e Nicola Pinto (41), gli unici a finire in carere.  La Procura contesta loro l’aggravante del metodo mafioso alle accuse di tentata violenza privata e lesioni aggravate: Nicoletti ha alle spalle una condanna definitiva per aver fatto parte del clan mafioso guidato da Filippo Cerfeda e Fabio Franco.

Vittima della spedizione fu un uomo che decise di ribellarsi al sistema denunciando presunti illeciti nell'assegnazione di un immobile commerciale in via Pistoia (senza bando) e   l’occupazione abusiva di una casa di piazzale Cuneo. Per questo venne "punito", picchiato a sangue e minacciato con due pistole. «Infame, vai a ritirare la denuncia», gli imposero. Gli aggressori erano convinti che la perqquisizione del giorno prima nell’ufficio Casa del Comune fosse  la conseguenza della sua denuncia. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia