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Giunse al pronto soccorso dopo un incidente, fu dimessa e morì il giorno dopo. Con l'accusa di responsabilità colposa per morte in ambito sanitario, un medico del pronto soccorso di Scorrano è stato rinviato a giudizio dal gup Simona Panzera. Parte civile sono i famigliari della donna e l'associazione Codici. Responsabile civile, citata dall'avvocato delle presunte vittime, Ubaldo Macrì, la Asl di Lecce.
I fatti nel 2020
I fatti risalgono al 6 ottobre del 2020. Stefania Rita Verardo, di San Donato, rimase coinvolta in un sinistro stradale, fu condotta in ospedale.
Cosa dice l'accusa
L'accusa, sulla base degli accertamenti, sostiene che la donna dovesse essere tenuta sotto osservazione o trasferita in una struttura meglio attrezzata.
Il medico, «non avrebbe assicurato - a quanto viene sostenuto - un'adeguata gestione diagnostica e clinica del caso». Il medico, sempre secondo l'accusa, avrebbe omesso di trattenere la paziente in ospedale e completare quindi il percorso diagnostico «che avrebbe consentito - è specificato - di valutare adeguatamente le conseguenze del grave politraumatismo stradale». Avrebbe quindi dimesso la paziente, dopo cinque ore dall'ingresso in ospedale, in assenza di monitoraggio clinico durante il periodo poi trascorso a casa.
Nel corso dell'udienza preliminare, come si diceva, i tre figli si sono costituiti parte civile. Erano stati loro a presentare l'esposto, chiedendo che venisse verificato se il comportamento tenuto dal personale sanitario fosse stato corretto. Hanno chiesto il risarcimento del danno al medico e all'Azienda sanitaria locale, che si è costituita in udienza quale responsabile civile. Sarà ora un processo con rito ordinario, che inizierà il 16 giugno, a stabilire la fondatezza delle accuse.
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Quotidiano Di Puglia