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La Puglia è la Regione che in Italia conta fra le percentuali più basse di dipendenti pubblici: sono 7,5 ogni mille abitanti, come ha certificato la Corte dei Conti nei giorni scorsi. Carenze che si avvertono a più livelli e che, nella sanità, si riflettono sulla qualità di servizi essenziali per garantire ai cittadini il diritto alla Salute. C’è bisogno di medici e infermieri, certo, ma anche di impiegati e dirigenti degli uffici, sguarniti, dell’assessorato. Per questo, l’assessore regionale al Personale, Gianni Stea ha predisposto una proposta di delibera per procedere, attingendo alle relative graduatorie, all’assunzione di 111 unità di personale, 40 delle quali saranno destinate all’assessorato alla Salute di Rocco Palese.
La polemica e la promessa
La decisione arriva a valle di una polemica che ha raggiunto anche l’Aula del Consiglio regionale. I dirigenti del dipartimento della Salute, infatti, hanno messo nero su bianco il fabbisogno di personale «che tra categoria C e D dovrebbe essere rimpinguato con almeno altre 80 unità», evidenziando la difficile attuazione - alle condizioni date - delle norme varate dal Consiglio in tema di screening sui tumori. L’Assemblea, infatti, aveva dato disposizioni dirette ai dirigenti imponendo penalizzazioni economiche in caso di inadempimento sui tempi di erogazione degli esami, scatenando le proteste di funzionari e dirigenti firmatari della nota, indirizzata anche a Palese: «Allo stato attuale - hanno scritto - non sussistono più le condizioni oggettive per garantire l’ordinario, sereno svolgimento, delle attività amministrative di competenza, nonché il soddisfacimento degli innumerevoli adempimenti, a titolo esemplificativo e non esaustivo, collegati a scadenza ministeriali e di altri organi centrali, della Corte dei conti, dei procedimenti giudiziari e amministrativi e nel contempo non sussiste la possibilità, pur avendone la capacità, di garantire un’adeguata governance delle materie e degli ambiti complessi e articolati del servizio sanitario regionale».
Dopo le schermaglie politiche fra maggioranza e opposizione, il presidente Michele Emiliano «aveva garantito la risoluzione del problema con l’assunzione di nuovo personale e l’impegno - commenta oggi Palese - è stato mantenuto.
Le dichiarazioni dell'assessore
«Si tratta di una battaglia vinta» dice l’assessore, impegnato in questi giorni a fronteggiare le diverse emergenze che riguardano la sanità pugliese. Fra queste, le liste d’attesa, «una battaglia di salute e di civiltà, come ha detto anche il ministro Schillaci. Poi c’è l’emergenza dei Pronto soccorso che, come vado dicendo ormai da mesi, non è pugliese, ma nazionale: mancano medici ovunque e quelli che ci sono vanno pagati di più. Da questo punto di vista - prosegue Palese - i 200 milioni stanziati dal Governo sono troppo pochi e saranno disponibili tardi, ovvero nel 2024. Ne abbiamo bisogno adesso».
Schillaci, in audizione alla Camera, ha anche annunciato il probabile invio di ispettori alla Asl di Brindisi, dove è stato dichiarato lo “stato d’emergenza” - nonostante i dubbi di sindacati e Ordine dei medici - e i turni di Pronto soccorso vengono coperti anche da personale non specializzato nell’emergenza urgenza. «Prendiamo atto - chiude Palese - e ribadiamo che non abbiamo nulla da nascondere. Il Dipartimento si è attivato, come ha riportato lo stesso ministro. Saremo pronti ad accogliere gli ispettori, se si vorrà decidere di inviarli». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia