La tv accesa, l'anziano seminudo vicino al letto. Ecco com'era la scena del crimine

Il feretro
La porta d’entrata lasciata aperta dopo la fuga, la tv ancora accesa, al mattino. Il nastro da imballaggio, le corde e le fascette portate sul posto, con il preciso intento...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

La porta d’entrata lasciata aperta dopo la fuga, la tv ancora accesa, al mattino. Il nastro da imballaggio, le corde e le fascette portate sul posto, con il preciso intento di utilizzarle. Insomma, con premeditazione. E lesioni compatibili con un pestaggio a più mani: lividi e sangue ovunque. 


Sono molti gli spunti a disposizione dei carabinieri del Reparto operativo di Lecce che stanno indagando sull’omicidio di Donato Montinaro, 75enne di Castrì di Lecce, trovato senza vita in circostanze attualmente misteriose nella sua abitazione, in via Roma, sabato mattina. 

Il corpo tumefatto scoperto dalla governante

A scoprirne il corpo, nella stanza da letto, è stata la governante attorno alle 7.30. Ma il fatto che il televisore fosse acceso, fa ritenere che il pestaggio possa essere avvenuto nella serata di venerdì, non molto tardi. La vittima non aveva l’abitudine di andare a letto a notte fonda. E prima di addormentarsi, spegneva la tv. Lo ha confermato ai carabinieri la governante che è rimasta colpita proprio da questo particolare quando ha varcato la soglia, come faceva abitualmente. L’ingresso della villetta, che si trova in una zona a ridosso del centro storico del paese, ma periferica, era stato lasciato semiaperto. Ma ciò non ha destato troppo stupore, inizialmente: poteva trattarsi di una distrazione. 
La signora che da sempre si occupava di fornire assistenza domestica si è recata nella stanza da letto della figlia disabile di Montinaro, come sempre. Poi è entrata nella camera in cui l’anziano, ex falegname in pensione, vedovo, giaceva per terra, girato su un fianco. L’istinto è stato quello di prestargli soccorso. Quando si è accorta dello stato in cui versava, dei lividi alle gambe, i piedi legati con le fascette e la corda, attorno alla testa un cuscino, un lenzuolo, una traversa e una maglietta, forse per attutire le grida ed evitare che i vicini potessero sentire qualcosa, è scappata all’esterno, ha chiamato i carabinieri. Il personale sanitario del 118 ha raggiunto il posto, ma non ha potuto far altro che constatare il decesso dell’anziano. Sul posto sono arrivati i carabinieri, il pm di turno Maria Consolata Moschettini, poi anche il medico legale, Roberto Vaglio, che ha effettuato un esame esterno e che eseguirà l’autopsia. Il conferimento di incarico non sarà effettuato prima di domani. L’accertamento servirà a datare con precisione il decesso e a stabilirne la causa: botte o soffocamento.

Il portoncino era aperto 


Il cadavere era riverso a terra. Girato su un fianco. Seminudo. Aveva le gambe tumefatte, lividi ovunque. A colpirlo sarebbero state almeno due persone, a giudicare dalle condizioni in cui è stato trovato. Nessun segno di effrazione alle porte e finestre dell’abitazione. Del resto, il portoncino semichiuso non ha lasciato spazio a dubbi di sorta sul fatto che chi ha agito fosse entrato dall’ingresso principale. Persone che evidentemente il pensionato conosceva e di cui non aveva alcuna ragione di non fidarsi. 
Il movente è il punto più difficile da accertare. Ma gli inquirenti tendono a ipotizzare che si tratti di una questione privata. La casa era perfettamente in ordine: se qualcuno avesse voluto appropriarsi di denaro o cercare oggetti preziosi, avrebbe probabilmente rovistato altrove. 


Solo un cassetto è stato forzato: si trova nel mobiletto del televisore ed era l’unico chiuso a chiave. Non è ancora chiaro se vi sia stata sottrazione di soldi o di altro, ma l’eventualità che si sia trattato di una rapina non convince affatto i militari dell’Arma che stanno invece scavando nella vita privata della vittima. E che hanno acquisito le immagini di alcune telecamere puntate sulla strada, non vicinissime ma comunque in prossimità della villetta. È stato sequestrato anche il cellulare di Montinaro, che viene analizzato da un esperto informatico. La verità potrebbe essere vicina, quindi: la ricostruzione dei fatti è ormai cristallizzata. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia