Tra stilettate, clima delle grandi occasioni, l'annuncio della nascita di nuovi centri di ricerca è stato firmato, ieri mattina, il patto Cnr-Eni con cui si attivano -...
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Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha sottolineato l'importanza della ricerca e ha ribadito che deve essere sostenuta. Ha reso noto di aver incontrato diverse volte il presidente Inguscio e ha dato notizia di un futuro aumento dei centri di ricerca. Con quali risorse umane ed economiche? Al momento rimane il punto interrogativo. Ma ieri l'entusiasmo era tutto per i nuovi filoni di ricerca. «La ricerca è sempre stata e sempre sarà motore di progresso. La si fa insieme alle istituzioni pubbliche ha precisato Inguscio e con l'industria che ne capisce l'importanza. In questo caso si tratta di affrontare grandi sfide. Significa produrre energia sostenibile, preservare la salute del pianeta, i cambiamenti climatici. Grazie all'intelligenza di Eni, il Cnr può partire con quattro laboratori congiunti al Sud e Lecce sarà impegnata sull'Artico che è cruciale per i cambiamenti climatici».
Anche Descalzi ha ribadito l'importanza degli studi sull'Artico per il futuro del pianeta: «Questa ricerca rientra nell'ambito delle strategie di Eni, per quanto riguarda le rinnovabili e l'economia circolare. La ricerca sull'Artico è fondamentale perché da un campionamento è possibile studiare l'impatto ambientale. Un ghiacciaio che si scioglie libera CO2 e il carbonio che è intrappolato. Abbiamo moltissime attività artiche e abbiamo dei campionamenti che potranno essere utilizzati dai laboratori di ricerca del Cnr. Gli investimenti che facciamo sono tanti. Nei prossimi anni investiremo tre miliardi nell'economia circolare e rinnovabili. Abbiamo scelto il Cnr perché è la piattaforma più importante in termini di ricercatori e diversificazione della ricerca».
Le attività di ricerca congiunte del laboratorio Eni-Cnr a Lecce, saranno indirizzate ad analizzare e quantificare i processi climatici legati alla destabilizzazione della criosfera artica, in particolare del permafrost, e della valutazione degli effetti del suo scongelamento sull'oceano artico. Questi processi, estremamente rilevanti, sono in grado accelerare l'attuale riscaldamento del pianeta e di peggiorare la qualità dell'ambiente. Lo sforzo congiunto Eni-Cnr porterà a costituire il primo laboratorio italiano per lo studio integrato della criosfera terrestre artica, che utilizzerà misure in campo, osservazioni satellitari e modellistica numerica. E il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, presente al momento della firma dell'accordo, ha dato un colpo alla botte e uno al cerchio. Da una parte ha rivendicato l'impegno della Puglia sul fronte della ricerca, dall'altro ha ribadito che ogni Governo merita rispetto perché rappresenta l'unità nazionale. «Lecce è particolarmente felice per la decisione del Cnr e dell'Eni di stabilire qui una delle iniziative più interessanti dal punto di vista scientifico del futuro del Paese e dell'Unione Europea». Questa la premessa e poi è entrato nel merito: «Noi cerchiamo di essere un luogo a Sud pieno di progresso, di efficienza, di attenzione, di approfondimento per ogni tematica sociale e scientifica. Devo dare atto al Cnr e all'Eni di avere, evidentemente, intuito questa particolare attitudine della Puglia, se è vero che qui è nato anche il bio-polo, attraverso la sottoscrizione di un accordo con il Cnr sulla medicina di precisione. Così come stiamo lavorando da diversi mesi ha continuato Emiliano per costruire un'intesa generale tra la Regione Puglia e l'Eni sui temi dell'economia circolare, della bio-economia, della decarbonizzazione, del riutilizzo dei rifiuti urbani e della migliore gestione dell'acqua. In una terra che di decarbonizzazione ha bisogno come il pane, una terra bellissima dove ancora si produce molto CO2, oltre a tante altre sostanze pericolose».
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Quotidiano Di Puglia