«Dalla politica alla scienza, la filosofia non ha confini»

«Dalla politica alla scienza, la filosofia non ha confini»
Una mente inquieta, uno sguardo lucido sulle cose umane che sa ritagliare scorci di luce, con il metodo della speculazione filosofica che sprofonda dentro alle cose e ne raggiunge...

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Una mente inquieta, uno sguardo lucido sulle cose umane che sa ritagliare scorci di luce, con il metodo della speculazione filosofica che sprofonda dentro alle cose e ne raggiunge l’essenza primaria; e con una chiara visione che la politica non sia solo “fare” leggi, ma sia piuttosto creare società… La memoria, la sete di giustizia e il diritto, la politica e la scienza oggi in un rapporto inscindibile che dovrebbe essere l’inizio del futuro: gira intorno a queste parole chiave (e anche a molte altre) la presenza di Massimo Cacciari, filosofo, docente universitario emerito e politico italiano, nel Salento per due giorni con i suoi libri “L’elogio del diritto” e “Il lavoro dello spirito”.

Non è un caso che Cacciari ritorni in provincia di Lecce, in questi giorni di inizio estate, e non è un caso che proprio di queste tematiche tratti. Chi ha conosciuto le stagioni universitarie a Lecce degli anni Dieci del Duemila ricorderà. A portarlo qui è un debito di memoria, forte e spontaneo, che lega Massimo Cacciari a Mario Signore, Ordinario di Filosofia Morale dell’Università del Salento scomparso nel 2015: insieme per oltre dieci anni in questa stagione hanno condiviso con gli studenti dell’Ateneo leccese approfondimenti di pensiero sulla filosofia e su tanti altri saperi, condividendo l’idea che l’università dovesse essere fatta di menti aperte e collaborative, al di là degli steccati inutili posti tra discipline diverse.

Professor Cacciari cominciamo dal valore della memoria?

«Sì, il motivo principale per cui ogni anno cerco di tornare nel Salento è quello di continuare una tradizione cominciata con Mario Signore con il mio seminario con lui all’Università di Lecce, ogni anno a conclusione dei corsi che faceva per i dottorandi e i laureati. Mi è molto cara questa tradizione, mantenere il ricordo dell’amicizia di Mario e il grande valore di questo studioso, con una grande vocazione di insegnante e didattica che io ho sempre molto apprezzato. Era uno studioso che aveva un suo modo molto originale anche di fare filosofia, coniugandola a temi di carattere etico, politico, economico. Il suo rapporto con le facoltà di Legge e di Economia è molto significativo di questa apertura anche disciplinare. Infatti era tutt’altro che un accademico Signore e questo lo trovo molto importante da ribadire. Spesso nei nostri seminari di filosofia c’erano illustri giuristi ed economisti, amici miei e suoi, che riunivamo a Lecce».

E lei di questi temi tornerà a parlare in questi giorni, partendo da due suoi libri recenti.

«Molte volte dalla filosofia ci collegavamo a questioni etico giuridiche, e quest’anno mi è sembrato il caso di riprendere l’argomento con il libro che ho curato insieme al professor Natalino Irti, grande giurista italiano, dedicato al tema del diritto (Elogio del diritto; ndr). Ma anche l’altro incontro sarà un tema molto caro a Mario, lo trattammo proprio nel nostro ultimo seminario prima della sua scomparsa: il lavoro e le forme nuove dell’organizzazione del lavoro oggi…».

In “Elogio del diritto” lei parla, tra le tante cose, anche della “sete di giustizia” come di un concetto portante.

«È una delle energie eterne per cui il mondo, soprattutto occidentale, muta, si trasforma, si rivoluziona e assume aspetti diversi. Quella nostra europea però non è mai stata semplicemente una ragione tecnica “calcolante”, ma piuttosto è stata una ragione “desiderante” riferita alla giustizia. La parola “giustizia” si può declinare in modi molto diversi, ma il desiderio di giustizia è la molla di ogni trasformazione, di ogni rivoluzione e anche di ogni scoperta scientifica. In fondo alle origini del mondo moderno la scoperta scientifica si coniuga strettamente ad una vocazione etica, legata ad una volontà di benessere comune e di progresso come si diceva un tempo. Sono temi che interconnettono la dimensione filosofica a quella etica, a quella politica ecc».

E la dimensione filosofica lei la ricollega anche al rapporto “lavoro e scienza”, passando da Max Weber, con il suo secondo libro che presenterà a Campi Salentina.

«Signore ha dedicato saggi importanti a Max Weber e ne abbiamo parlato tante volte insieme nei seminari. Per Weber il lavoro fondamentale contemporaneo è il lavoro intellettuale che però si specifica nel lavoro scientifico, propriamente detto, e nel lavoro etico politico. Il lavoro politico deve realizzare dei fini, ha dei valori da realizzare, il lavoro scientifico ha come valore la ricerca della verità in quanto tale, della sostanza dell’essere in quanto tale. Si tratta di due lavori connessi e nello stesso tempo assolutamente distinti, bisogna mantenerne la distinzione, ma nello stesso tempo mantenerne l’unione, perché il lavoro politico oggi non sussiste neanche se non si collega in qualche modo anche ad un lavoro scientifico, diventa dilettantismo puro, demagogia. Sono tutte cose che insegnava Weber e che Mario Signore trasmetteva ai suoi studenti».

Oggi ancora di più politica e scienza dovrebbero andare a braccetto visti i problemi del pianeta.

«Dovrebbero, ma in realtà si sono divaricati in maniera drammatica. Bisognerebbe creare un’alleanza tra questi due corni del lavoro intellettuale, quello politico e quello scientifico».

Parla molto del “politico” nel libro, anche al di là di una figura di politico ideale… 

«Il politico, non inteso come figura, ma come organizzazione, partito politico, governo, se ha all’interno competenze che dialogano e che sono in sintonia con dei valori comuni da portare avanti ha un senso, oppure il politico diventa pura demagogia e pura chiacchiera. E intanto lo scientifico produce, lavora e scopre, ma senza che però tutto questo possa avere ricadute positive per lo stare bene, per l’armonia e il benessere di tutti. La scienza produce, innova, trasforma, ma le disuguaglianze crescono e le ingiustizie crescono, e dall’altra parte c’è un politico privo di competenze che di volta in volta può essere o succube del tecnico o dello scientifico, oppure un chiacchierone senza senso».

Il “politico” e lo “scientifico” dovrebbero dialogare a un livello alto, ma nella politica italiana oggi professore…

«Non lo so, è una riflessione questa, poi se si possa calare o no nella realtà dipende dalla sensibilità di ognuno, ma nel Salento faremo conferenze intellettuali, non parliamo di politica attuale».

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GLI INCONTRI NEL SALENTO

Duplice incontro salentino con il filosofo Massimo Cacciari, appuntamenti che ritornano “dal vivo” dopo la lunga pausa imposta dalla pandemia.
Mercoledì prossino 2 giugno, alle 18, nella Villa comunale, Giardino del Castello, di Nardò si svolgerà la presentazione del libro “Elogio del diritto” (La nave di Teseo). Dopo i saluti di Cosimo Natalizio, assessore all’Ambiente, Parchi e Musei della Città di Nardò, il dibattito sarà introdotto da Manolita Francesca del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università del Salento.
Il giorno dopo, giovedì 3 giugno alle 18.30, Massimo Cacciari sarà invece in Piazza della Libertà a Campi Salentina per la presentazione del libro “Il lavoro dello spirito” (Adelphi). Previsti i saluti dell’assessore alla Cultura della Città di Campi Salentina Laura Palmariggi ai quali seguirà il dibattito introdotto da Nicola Grasso del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento.


Entrambe le manifestazioni sono dedicate alla memoria del professor Mario Signore.

 

 

 

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Quotidiano Di Puglia