Avevano adibito alcuni locali grezzi di uno stabile a deposito di generi alimentari e materie prime che avrebbero utilizzato nel panificio di San Pancrazio Salentino....
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I luoghi si presentavano infatti in pessime condizioni igienico sanitarie e strutturali. Le pareti divisorie erano state realizzate con tufi allo stato grezzo e vi era la presenza di moltissima polvere e unto non rimossi da tempo. Sul soffitto e sulle pareti è stata constatata la presenza di numerose ragnatele, nonché accertata la conservazione promiscua di prodotti alimentari e non alimentari. Secondo le regole di conservazione vigenti, le condizioni igieniche in cui sono state trovate le materie prime e gli alimenti che sarebbero stati utilizzati per la produzione del panificio, non rispondevano alle più elementari norme igieniche di conservazione.
Tutto quanto trovato nei locali è stato posto sotto sequestro cautelativo con eventuale notevole danno economico per i gestori dell’attività. Si tratta infatti di merce per un totale di oltre 9 mila euro così suddivisa: 35 quintali di farina per un valore di 7mila euro, 205 chili di pomodori pelati per un valore di 600 euro e 80 litri di olio per un valore di 800 euro. I carabinieri del Nas hanno inoltre richiesto l’intervento del dirigente medico del Sian (Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione) dell’Asl di Brindisi, il quale in relazione alle criticità riscontrate, ha disposto la sospensione immediata dei depositi alimentari e il divieto di utilizzo di un forno alimentato a gas e legna attivato abusivamente. Il valore complessivo delle infrastrutture ammonta a 350mila euro. Provvedimenti necessari che rispondono alle sanzioni previste nel caso di sofisticazioni degli alimenti.
Nel caso specifico, infatti, la cattiva conservazione delle farine, in locali umidi e a contatto con muffe e funghi potevano alterare la salubrità degli alimenti con conseguenti danni alla salute pubblica. Il lavoro svolto dai militari del Nas mira esclusivamente alla tutela della salute pubblica attraverso i controlli su quelle che appaiono criticità dal punto di vista delle norme igieniche. Sono 38 in tutto i Nuclei che operano su territorio nazionale con ispezioni nei confronti dell’intera filiera agroalimentare, dal settore produttivo a quelli della distribuzione e della ristorazione. E con l’avvio della stagione estiva, la percentuale delle irregolarità aumenta a fronte delle attività sui litorali e nelle località turistiche. Spesso si tratta proprio di prodotti ittici mal conservati e consumati privi di adeguata cottura con forti rischi per i consumatori. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia