Garza dimenticata nell'utero dopo il parto, neomamma salva dopo un intervento d'urgenza

L'ospedale di Martina Franca
Dalla gioia all’incubo il passo è stato breve per una giovane donna di Ceglie Messapica coinvolta in un presunto caso di malasanità.   La vicenda ...

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Dalla gioia all’incubo il passo è stato breve per una giovane donna di Ceglie Messapica coinvolta in un presunto caso di malasanità.

 

La vicenda

Il 21 luglio scorso la ragazza è stata ricoverata nel reparto di Ginecologia ed Ostetricia dell’ospedale di Martina Franca, in provincia di Taranto, dove ha dato alla luce il suo primo figlio con un taglio cesareo d’urgenza. E, subito dopo, è stata costretta a convivere per due settimane con dolori lancinanti e febbre alta sino a quando non ha scoperto di avere una garza di 14 centimetri nell’addome. La povera malcapitata è stata sottoposta ad un intervento chirurgico che le ha salvato la vita. Per questo, sta valutando un’eventuale azione legale contro il nosocomio martinese.

La svolta


Nei giorni scorsi, infatti, l’avvocato di fiducia della donna ha richiesto le cartelle cliniche per ricostruire nel dettaglio la storia e valutare proprio la possibilità di presentare una denuncia alla procura della Repubblica affinché le autorità facciano chiarezza ed individuino le eventuali responsabilità di quanto accaduto. Come si diceva, la vicenda ha avuto inizio a luglio con un momento di felicità indescrivibile: la nascita di un figlio. Al momento del parto, la giovane è stata trasferita in sala operatoria per un cesareo d’urgenza. Il bimbo è nato alle 10,42 del 21 luglio scorso. Poi, per la neomamma ha avuto inizio il calvario con la comparsa di dolori lancinanti accusati nella parte sinistra del corpo, all’altezza delle costole, segnalati - in ospedale, al momento delle dimissioni e durante il periodo di allattamento a casa - direttamente al ginecologo che l’ha seguita per tutto il corso della gravidanza. In un primo momento, è corsa al pronto soccorso dell’ospedale di Martina, dove non è stato possibile approfondire perché la Tac era fuori uso. Da qui il trasferimento d’urgenza presso il nosocomio Santissima Annunziata di Taranto e l’avvio di accertamenti più approfonditi, tra cui un esame radiologico che ha permesso ai medici di identificare la massa trovata grazie all’ecografia. Si trattava di una garza di 14 centimetri attaccata all’utero e alle ovaie, che aveva creato gravi infezioni ad altre parti del corpo e liquido nei polmoni. Quindi, è stato necessario un intervento chirurgico per la rimozione del corpo estraneo al fine di salvare la vita alla ragazza che ha rischiato di morire di setticemia.  Da allora sono trascorsi quindici giorni. E la neomamma ha deciso di raccontare tutto. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia