Cantiere navale per la produzione di traghetti ibridi: a Brindisi investimento da 150 milioni

Cantiere navale per la produzione di traghetti ibridi: a Brindisi investimento da 150 milioni
Un progetto con un investimento nell’ordine di circa 150 milioni di euro che potrebbe portare a Brindisi un cantiere innovativo capace di produrre imbarcazioni ad impatto...

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Un progetto con un investimento nell’ordine di circa 150 milioni di euro che potrebbe portare a Brindisi un cantiere innovativo capace di produrre imbarcazioni ad impatto ambientale molto ridotto. È “Adriatic green shipyard”, una società dedicata ai traghetti “verdi” che vorrebbe investire sul capoluogo adriatico con un cantiere che sorgerà a Capobianco, nella Zona franca doganale ed all’interno della Zona economica speciale (Zes). Si tratta di una società in fase di costituzione ed il cui amministratore delegato sarà Francesco Cuppone, con un passato anche nella ramo della cantieristica navale. 


Accanto a lui, un team di addetti ai lavori provenienti dal mondo di questa specifica industria, così come da quello accademico attorno alle discipline di riferimento. Nelle intenzioni di “Adriatic green shipyard ci sarebbe quella di presentare a breve una manifestazione di interesse all’Autorità di sistema portuale del mar Adriatico meridionale per poter stabilire un proprio insediamento all’interno del porto brindisino. Qualora l’investimento andasse in porto, sarà caratterizzato dalla produzione di navi “ro-pax” (ovvero, che fanno sia carico e scarico di merci che trasporto passeggeri) di circa 150 metri di lunghezza, navi bidirezionali da 100 metri ed imbarcazioni “hi-speed” per il trasporto passeggeri sino a 50 metri, dotate di tecnologie all’avanguardia.
In una prima fase, la previsione è che si tratti di navi alimentate con una propulsione “dual fuel” (vale a dire un ibrido con l’elettrico) ma si sta valutando anche la possibilità di utilizzare, in futuro, anche l’idrogeno, collegandosi perciò anche alla filiera che si intende creare per la produzione “green” di questo carburante nel capoluogo adriatico. Secondo la stima contenuta nel “business plan” aziendale di Adriatic Green Shiyard ci dovrebbero essere circa 560 assunzioni, con inizio della produzione nel 2026/2027. A regime, quindi, nel 2032 si potrebbe già parlare di una produzione tra 15 e 18 “traghetti green”.

Il progetto

Accanto a questo, gli investitori avrebbero intenzione anche di creare una sorta di “centro di formazione permanente” sul tema della produzione di imbarcazioni a basso impatto ambientale ed un centro di ricerca e sviluppo indirizzati ai giovani studiosi delle materie “Stem” (vale a dire, cioè, quelle inerenti le scienze “dure” e la tecnologia). All’investimento hanno lavorato diversi soggetti competenti, a partire dagli stessi industriali. Alla recente assemblea di Confindustria Brindisi che si è tenuta all’interno del teatro Impero nelle scorse settimane, infatti, nella sua relazione il presidente degli industriali Gabriele Menotti Lippolis spiegava che «grandi opportunità si presenteranno anche per le aziende che operano già su Brindisi e che potranno ampliare le loro attività grazie ai nuovi spazi portuali» ed a questo proposito «vi è da segnalare la capacità attrattiva di investimento generata dalla zona franca doganale di Capobianco». In questo contesto, quindi, è stato reso noto «l’interesse di un importante gruppo imprenditoriale che vorrebbe realizzare in quell’area traghetti green, garantendo lavoro a centinaia di persone», con la presenza in sala degli imprenditori stessi.


Nella stessa occasione Lippolis aveva spiegato come Brindisi fosse riuscita a “sottrarre” l’interesse per questo investimento alla Sardegna. Lo strumento delle zone franche doganali, quindi, può diventare importante per il territorio brindisino: a Capobianco, ad esempio, si parla di un’area di una superficie di 121.650 metri quadri, che dovrebbe essere il fulcro di un più ampio e articolato progetto, in cui sono previsti tanto un aumento delle dotazioni infrastrutturali quanto la realizzazione di un banchinamento, finanziato tramite il fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e che ha avuto il via libera della Commissione tecnica di via proprio negli ultimi giorni. Accanto a questo, anche la Zfd in area Enel, dove sono state avanzate le progettualità della stessa azienda elettrica e quella di Act Blade per la produzione di pale eoliche di ultima generazione. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia