“Open Day”: croce e delizia per le famiglie alle prese con le iscrizioni on line. I genitori si preoccupano per il carico di lavoro dei loro figli, ma poi scelgono...
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I buoni motivi per presidi e docenti di farsi conoscere sono molti e qualche volta vitali. Il numero di iscrizioni, in alcuni casi, può significare la sopravvivenza di un istituto scolastico con un numero d'iscritti pericolosamente vicino alla soglia minima per il mantenimento dell'autonomia: 600 alunni. Il sito internet della scuola da solo non basta più come biglietto da visita. Le famiglie vogliono incontrare i docenti, assistere alle lezioni, prendere parte alle attività pomeridiane. Fosse per loro accompagnerebbero i figli anche nei viaggi d'istruzione. Gli Open day, che si concentrano in particolare nei fine settimana proprio per accogliere il maggior numero di visitatori, sono vere e proprie feste. Ci sono i banchetti con i palloncini e lo zucchero filato per i bimbi delle elementari, gli esperimenti e le innovazioni tecnologiche per gli adolescenti delle superiori.
«Sono i nostri studenti ad accogliere le famiglie per far conoscere l'offerta formativa - spiega il professore Saverio Martucci, collaboratore del dirigente scolastico del liceo Fermi-Monticelli di Brindisi - Da veri ciceroni hanno modo di far visitare aule e laboratori, palestra e auditorium e di illustrare nel dettaglio tutte le attività extra curriculari a cui l'istituto aderisce con successo da tempo». Il liceo sportivo e la scuola europea sono gli indirizzi più gettonati per il Fermi-Monticelli, anche se i ragazzi sanno di dover fare i conti con una selezione rigorosissima che consente un posto in aula solo ai migliori.
Tra i cavalli di battaglia dell'istituto comprensivo “Santa Chiara” ci sono, invece, lo studio a scelta tra otto strumenti musicali, l'istituzione della settimana corta e la sperimentazione linguistica con docente madrelingua già a partire dalla scuola dell'infanzia. «Quest'anno - dichiara Elvira D'Alò, dirigente scolastica - gli stessi professori esperti di musica andranno a fare educazione musicale nella scuola primaria. I bambini avranno così l'occasione, già in tenerissima età di familiarizzare con le note e il pentagramma per poi, alle medie entrare in una vera e propria orchestra. Nella scuola dell'infanzia, invece, vengono portati avanti con successo i corsi di psicomotricità, una disciplina che aiuta i bambini a rendere più armonici il corpo, le emozioni e gli aspetti cognitivi, attraverso il movimento e il gioco». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia