Falso allarme nelle acque antistanti l'ex Lido Poste, sulla litoranea nord di Brindisi. L'oggetto ritrovato venerdì mattina su un basso fondale sabbioso, a 50 metri...
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Quindi, nessuna bomba risalente alla Seconda guerra mondiale. Domenica scorsa, valutando le foto scattate dai sub dei Vigili del fuoco di Brindisi, la Guardia costiera (in attesa dell'intervento degli artificieri) aveva emesso un'ordinanza con cui vietava la balneazione in quel tratto di mare. Non è comunque escluso che il vecchio cilindro, pesante, corroso e pieno di alghe, possa avere un collegamento bellico: potrebbe infatti trattarsi di uno sbarramento antisiluri realizzato in materiale ferroso.
Dopotutto, nella zona marina di Torre Testa (quella che circonda il parco di Punta del Serrone) è ancora presente una batteria costiera a ridosso del mare. Al momento, il cilindro non è stato rimosso dagli artificieri perché risulta essere attaccato a una lunga e pesante catena di metallo. Esclusa la presenza di un ordigno, la rimozione del manufatto dovrebbe avvenire nei prossimi giorni a cura della Capitaneria di porto. Ieri mattina, la prima operazione di bonifica è infatti avvenuta sotto la stretta sorveglianza del personale della Guardia costiera, coordinata sul posto dal capitano di vascello Giovanni Canu.
Tanti i bagnanti che hanno assistito al lavoro degli artificieri. Nessuna novità su quel tratto di costa (la litoranea nord) che dalla Sciaia a mare conduce fino ad Apani, anche perché sono davvero tanti gli avvistamenti di ordigni bellici avvenuti negli ultimi anni. Nei pressi di Acque Chiare, il tratto di mare di fronte parco di Sbitri, un altro misterioso oggetto cilindrico della lunghezza di circa 90 centimetri venne notato nell'estate del 2014 da un sub a cinquanta metri dalla battigia e a soli 2 metri d'altezza. Sempre nello stesso tratto di mare: l'ultimo ordigno, risalente alla Seconda guerra mondiale, era stato rinvenuto nel luglio del 2007.
Si trovava incastrato tra due scogli a dieci metri di profondità. Bisogna comunque andare più a nord, a Penna Grossa e alla spiaggia dell'Aeronautica, per parlare di altri ordigni bellici: due proiettili pesanti risalenti ancora alla Seconda guerra mondiale (ritrovati da alcuni bagnanti a distanza di qualche anno) vennero poi fatti brillare sul posto dagli artificeri dello Sdai. Non manca poi il clamoroso abbaglio preso pochi anni fa da un turista nelle acque della Conca: sotto la scogliera, a un metro d'acqua, segnalò un ordigno bellico simile a un siluro. Si trattava invece di un manufatto in cemento armato (una volta collocato sugli scogli prima di finire in acqua) che con l'andar del tempo aveva preso tutt'altre sembianze a causa delle alghe e dalla corrosione marina. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia