GranTurismo Folgore, il gioiello voluto da Sergio Marchionne è la prima Maserati elettrica: prestazioni da sballo

La Maserati elettrica GranTurismo Folgore
Era il marzo del 1947 quando la Maserati espose al prestigioso Salone di Ginevra la sua prima Gran Turismo. Un nome italianissimo poi diventato famoso in tutto il pianeta tanto da...

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Era il marzo del 1947 quando la Maserati espose al prestigioso Salone di Ginevra la sua prima Gran Turismo. Un nome italianissimo poi diventato famoso in tutto il pianeta tanto da indicare un’intera tipologia di gioielli. Prestazionali sì, ma anche eleganti, esclusivi e lussuosi, in grado di trasportare con un comfort sempre più che accettabile i suoi passeggeri. Settantacinque anni dopo, il tridente modenese scrive un’altra pagina destinata ad entrare nella storia. Presenta il suo primo modello completamente elettrico e lo fa con uno stile proprio, sicura di proporre soluzioni ingegneristiche e picchi prestazionali di riferimento. Storia originale quella della Folgore, la variante della GT del marchio che più affascina a livello di performance. Rifiuta ogni confronto con i modelli termici che possono vantare una potenza nemmeno paragonabile.

Gli ingegneri della Maserati iniziarono a lavorare su un foglio bianco nel 2017, ma già avevano una buona esperienza sulle powertrain elettriche. Sergio Marchionne, all’epoca numero uno assoluto dell’auto italiana, aveva imposto già in precedenza a tutti i top manager (in particolare quelli del settore tecnico) di girare e conoscere a fondo tutti i segreti di un’elettrica americana prodotta da una start up molto promettente. L’obiettivo, manco a dirlo, era di prepararsi a far meglio quando sarebbe scattata l’ora X. Lungimiranza di un visionario capace di fiutare la preda quando non esiste ancora traccia. Il lavoro fatto sulla GT Folgore è fantastico e il capolavoro si presenta con un biglietto da visita micidiale.

A differenza delle affascinanti termiche, il peso è distribuito in maniera perfetta fra i due assi. Il baricentro è da record, sfruttando al meglio le opportunità date dall’architettura elettrica e dal particolare posizionamento della batteria (prodotta nello stabilimento di assemblaggio “Mirafiori Battery Hub” di Torino) che non è disposta in modo piatto sotto il pianale (il “pacco” si definisce “T-bone”). Il risultato è stupefacente, con prestazioni che, in percentuale, superano tutte la doppia cifra rispetto alle sorelle con il propulsore a scoppio (e che motore, il V6 Nettuno considerato da tutti un’opera d’arte della meccanica). Folgore pesa oltre 4 quintali in più della Modena e della Trofeo, ma il comportamento dinamico sembra fregarsene.

Velocità 320 km/h, accelerazione 0-100 in 2,7 secondi, 0-200 in 8,8. Una Folgore da lasciare senza fiato per rapidità. Tanto ben di dio è ottenuto dal particolare “schema”. Tre motori elettrici da 400 cavalli (300 kW) uno davanti e due dietro (totale 1.200 cv), tutti funzionanti in modo autonomo e capaci di garantire, oltre la trazione integrale, un “torque vectoring” fulmineo. L’impianto elettrico è a 800 volt, con capacità di ricarica a 270 kW (100 km in 5 minuti), la capienza della batteria di 92,5 kWh. La potenza combinata erogabile alla ruote e di 760 cv (560 kW), la coppia mostruosa arriva a 1.350 Nm (più del doppio delle termiche). Il cx di Folgore è di 0,26, il sound artificiale, diffuso dagli speaker audio, ricorda i V8 della Casa.

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Quotidiano Di Puglia