Il figlio 21enne di un fornaio di Noci (Bari) è stato sequestrato la notte del 18 novembre da un commando di cinque persone armate con Kalashnikov e pistole che hanno fatto...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La rapina commessa in casa a Noci, ai danni di un panificatore e il sequestro del figlio del commerciante compiuto dai cinque uomini arrestati dai carabinieri, ha avuto un precedente il 9 novembre. È questo uno dei particolari resi noti dagli investigatori che oggi hanno arrestato cinque persone che dovranno rispondere di sequestro di persona a scopo di estorsione, rapina aggravata e detenzione di armi e munizionamento comuni e da guerra in concorso. I cinque uomini arrestati che domenica sera - secondo quanto accertato dai carabinieri - hanno fatto irruzione nella villetta, con annesso laboratorio per la panificazione, alla periferia di Noci, in provincia di Bari, compiendo una rapina nell’abitazione e sequestrando un giovane di 21 anni figlio del titolare della panetteria, sono: sono Nicola Annoscia, di 29 anni (chiamato ‘scupidd’); Pasquale Lorusso, di 32; Carmine Manzari, 25; Luigi Annoscia, di 20 e Cristofer Manzari, di 28 anni. Tranne Lorusso che è di Adelfia, tutti gli altri sono di Noicattaro. Tutti hanno precedenti penali. Il 9 novembre il commando criminale - secondo quanto reso noto dagli investigatori - aveva già preteso la restituzione di danaro, una cifra ancora non quantificata con certezza, compresa tra i 30 e i 50mila euro, per una partita di droga acquistata da Paolo Locorotondo, con numerosi precedenti per droga, fratello del panificatore e zio della vittima del rapimento, entrambi estranei a ogni attività del congiunto. Il 9 novembre i criminali aggredirono Paolo e il fratello Angelo portando via un furgone della panetteria e un altro mezzo da lavoro preso a noleggio. È stato il sequestro del nipote, preso in ostaggio, incappucciato e nascosto nell’abitazione di Carmine Manzari a Noicattaro, a convincere Paolo Locorotondo a chiedere aiuto ai carabinieri. Ai militari Locorotondo ha fatto il nome di Nicola Annoscia, quale creditore dei soldi e poi risultato a capo del gruppo criminale, consentendo di identificare tutti i complici e di liberare il nipote che, non si esclude, forse sarebbe stato trattenuto in ostaggio fino al saldo del debito. (Ansa) Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia