Il Covid torna a colpire e i locali si svuotano. Ristoratori in difficoltà. Il viaggio nella città di Bari

Viaggio a Bari tra le voci dei titolari dei locali
Un flashback che nessuno avrebbe voluto rivivere. Il mondo della ristorazione, in primis. Una pagina di un libro che avrebbero voluto strappare tutti, ma che purtroppo qualcuno si...

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Un flashback che nessuno avrebbe voluto rivivere. Il mondo della ristorazione, in primis. Una pagina di un libro che avrebbero voluto strappare tutti, ma che purtroppo qualcuno si trova a dover tristemente rileggere. È la sorte dei ristoratori, tra gli altri ovviamente, che stanno patendo e non poco questa situazione. 

Il viaggio tra ristoranti e pizzerie della città


A commentare la situazione è uno dei due fratelli Deliso, Dario, a capo della nota pizzeria "Il Quadrifoglio" a Bari: «Devo ammettere che il periodo post-feste è veramente nero, nonostante noi abbiamo lavorato sempre con continuità sino a qualche settimana fa. Il calo c’è stato ed è almeno del 70% rispetto al passato». Il paragone con il primo periodo della pandemia è quasi ovvio, per chi lo ha vissuto in maniera diretta: «Rispetto alla prima fase della pandemia c’è meno paura, ma c’è di fatto almeno un positivo per famiglia in media perciò è difficile poter uscire». Le soluzioni quali possono essere per un settore che viene ancora colpito da vicino? Non la chiusura, per Dario Deliso: «La chiusura non è la soluzione. Ma inevitabilmente abbiamo dovuto ridurre sensibilmente il personale mettendolo in Cig».

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C’è chi si trova a dover chiudere durante la settimana. È il caso di "Seconda Classe", ristorante nel pieno centro di Bari. Lo racconta la titolare Arcangela Cinquepalmi: «Abbiamo riscontrato un forte calo delle presenze a cavallo del periodo natalizio e che sta ancora proseguendo nei primi giorni dell’anno. Ed è per questo che abbiamo deciso di chiudere il ristorante dal lunedì al giovedì e aprire per il mese di gennaio, soltanto venerdì, sabato e domenica». La paura è il fattore comune per tutti: «È normale che un po’ ci sia da parte dei clienti, nonostante noi siamo attentissimi a tutti i dettagli». Anche "Seconda Classe" è stata costretta a ricorrere, vista la situazione alla cassa integrazione: «Purtroppo sì, diversi nostri dipendenti sono stati messi a malincuore in cassa integrazione e chiamati per l’occasione quando noi lavoriamo. La speranza è che passi presto».


Un grido di disperazione arriva dal ristorante "13 volte" a Gravina, a pochi chilometri da Bari, costretto alla chiusura per una settimana ma non si escludono decisioni più serie: «Ho chiuso questa settimana per limitare i danni- racconta la titolare Grace Lorusso- ma non so sinceramente quando torneremo alla normalità. Se questa situazione non cambia e non ci danno modo di mettere almeno i dipendenti in cassa integrazione, saremo costretti a prendere decisioni più drastiche. Il nostro paese purtroppo è fantasma a causa del Covid. La situazione è seria».


Racconta la sua storia anche Angelo Schirone, titolare dell’"OktoberFest e di Pane Olio & Sale": «Il calo è stato del 70/80% durante la settimana e del 50% durante il fine settimana, è un momento veramente difficile. E va avanti dalle festività natalizie, abbiamo ricevuto tantissime disdette». Non utilizza giri di parole Angelo: «Siamo di fronte a un lockdown a porte aperte, inutile nasconderci. Un lockdown non finanziato in cui purtroppo non possiamo ancora gestire un discorso di casso integrazione. La situazione è veramente molto seria e difficile. Il cliente ha paura e preferisce andare in un locale vuoto a uno chiuso, l’isterismo di massa si riscontra in maniera evidente nelle nostre attività».
Chiudere qualche giorno? «Purtroppo no, si viene tacciati di aver contratto il Covid e la verità è che oggi anche la 100€ serve incassarla, seppur ci sia una perdita ma sarebbe ancor più elevata con la chiusura totale. La domanda che noi ci poniamo è: come si arriverà al punto di fine senza conseguenze? Quando finirà?».

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"Matsu Sushi", nel quartiere Poggiofranco a Bari, con il suo titolare Marco Martellotta, invece ci racconta dello stato d’animo che vivono i clienti in questo particolare momento storico: «Noto più attenzione da parte di chi viene, rispetto al passato. Ci chiedono distanziamento e rispetto delle regole, ciò che ovviamente facciamo in maniera dettagliata. Noto più responsabilità rispetto al passato». Chiude con un sorriso, per provare a replicare a un periodo arduo: «Sappiamo che è difficile, ma per fortuna non mi posso lamentare. C’è stato un piccolo calo post-festività ma è fisiologico per tutti. Mi sento di essere vicino ai miei colleghi, questo periodo passerà per tutti».
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Quotidiano Di Puglia