Il Covid torna a colpire e i locali si svuotano. Ristoratori in difficoltà. Il viaggio nella città di Bari

Viaggio a Bari tra le voci dei titolari dei locali
Viaggio a Bari tra le voci dei titolari dei locali
di Davide ABRESCIA
5 Minuti di Lettura
Giovedì 13 Gennaio 2022, 05:00

Un flashback che nessuno avrebbe voluto rivivere. Il mondo della ristorazione, in primis. Una pagina di un libro che avrebbero voluto strappare tutti, ma che purtroppo qualcuno si trova a dover tristemente rileggere. È la sorte dei ristoratori, tra gli altri ovviamente, che stanno patendo e non poco questa situazione. 

Il viaggio tra ristoranti e pizzerie della città


A commentare la situazione è uno dei due fratelli Deliso, Dario, a capo della nota pizzeria "Il Quadrifoglio" a Bari: «Devo ammettere che il periodo post-feste è veramente nero, nonostante noi abbiamo lavorato sempre con continuità sino a qualche settimana fa. Il calo c’è stato ed è almeno del 70% rispetto al passato». Il paragone con il primo periodo della pandemia è quasi ovvio, per chi lo ha vissuto in maniera diretta: «Rispetto alla prima fase della pandemia c’è meno paura, ma c’è di fatto almeno un positivo per famiglia in media perciò è difficile poter uscire». Le soluzioni quali possono essere per un settore che viene ancora colpito da vicino? Non la chiusura, per Dario Deliso: «La chiusura non è la soluzione.

Ma inevitabilmente abbiamo dovuto ridurre sensibilmente il personale mettendolo in Cig».

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C’è chi si trova a dover chiudere durante la settimana. È il caso di "Seconda Classe", ristorante nel pieno centro di Bari. Lo racconta la titolare Arcangela Cinquepalmi: «Abbiamo riscontrato un forte calo delle presenze a cavallo del periodo natalizio e che sta ancora proseguendo nei primi giorni dell’anno. Ed è per questo che abbiamo deciso di chiudere il ristorante dal lunedì al giovedì e aprire per il mese di gennaio, soltanto venerdì, sabato e domenica». La paura è il fattore comune per tutti: «È normale che un po’ ci sia da parte dei clienti, nonostante noi siamo attentissimi a tutti i dettagli». Anche "Seconda Classe" è stata costretta a ricorrere, vista la situazione alla cassa integrazione: «Purtroppo sì, diversi nostri dipendenti sono stati messi a malincuore in cassa integrazione e chiamati per l’occasione quando noi lavoriamo. La speranza è che passi presto».


Un grido di disperazione arriva dal ristorante "13 volte" a Gravina, a pochi chilometri da Bari, costretto alla chiusura per una settimana ma non si escludono decisioni più serie: «Ho chiuso questa settimana per limitare i danni- racconta la titolare Grace Lorusso- ma non so sinceramente quando torneremo alla normalità. Se questa situazione non cambia e non ci danno modo di mettere almeno i dipendenti in cassa integrazione, saremo costretti a prendere decisioni più drastiche. Il nostro paese purtroppo è fantasma a causa del Covid. La situazione è seria».


Racconta la sua storia anche Angelo Schirone, titolare dell’"OktoberFest e di Pane Olio & Sale": «Il calo è stato del 70/80% durante la settimana e del 50% durante il fine settimana, è un momento veramente difficile. E va avanti dalle festività natalizie, abbiamo ricevuto tantissime disdette». Non utilizza giri di parole Angelo: «Siamo di fronte a un lockdown a porte aperte, inutile nasconderci. Un lockdown non finanziato in cui purtroppo non possiamo ancora gestire un discorso di casso integrazione. La situazione è veramente molto seria e difficile. Il cliente ha paura e preferisce andare in un locale vuoto a uno chiuso, l’isterismo di massa si riscontra in maniera evidente nelle nostre attività».
Chiudere qualche giorno? «Purtroppo no, si viene tacciati di aver contratto il Covid e la verità è che oggi anche la 100€ serve incassarla, seppur ci sia una perdita ma sarebbe ancor più elevata con la chiusura totale. La domanda che noi ci poniamo è: come si arriverà al punto di fine senza conseguenze? Quando finirà?».

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"Matsu Sushi", nel quartiere Poggiofranco a Bari, con il suo titolare Marco Martellotta, invece ci racconta dello stato d’animo che vivono i clienti in questo particolare momento storico: «Noto più attenzione da parte di chi viene, rispetto al passato. Ci chiedono distanziamento e rispetto delle regole, ciò che ovviamente facciamo in maniera dettagliata. Noto più responsabilità rispetto al passato». Chiude con un sorriso, per provare a replicare a un periodo arduo: «Sappiamo che è difficile, ma per fortuna non mi posso lamentare. C’è stato un piccolo calo post-festività ma è fisiologico per tutti. Mi sento di essere vicino ai miei colleghi, questo periodo passerà per tutti».
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