Strazio per la morte del piccolo Simone. L'autopsia a caccia di risposte

Strazio per la morte del piccolo Simone. L'autopsia a caccia di risposte
«Amore di nonna ti voglio tanto bene. Mi mancherai, sarai sempre nei miei pensieri». Nonna Rosaria ha trovato la forza di riassumere in poche parole un dolore...

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«Amore di nonna ti voglio tanto bene. Mi mancherai, sarai sempre nei miei pensieri». Nonna Rosaria ha trovato la forza di riassumere in poche parole un dolore tremendo, uno strazio improvviso che ha squarciato il suo cuore assieme a quello di chi ha atteso, desiderato, coccolato e amato Simone, il piccolo di soli nove mesi morto nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi mentre si trovata nell'ospedale "San Paolo" a Bari. Di lui ora, restano le foto e i video che i nonni materni, Tonia e Vito, hanno postato sui social per dirgli addio. Perché quella morte impensabile ha lacerato la gioia del suo arrivo. Perché l'addio all'unico nipotino, che stava crescendo tra le loro braccia, è difficile da accettare.

Le cause della morte le svelerà l'autopsia


Perché Simone non c'è più? Cosa è successo mentre era stato affidato ai medici? E perché in quasi sei ore, la sua vita è passata in tre reparti pronto soccorso, pediatria e rianimazione per poi terminare? Interrogativi che sembrano un rebus e che resteranno senza risposta ancora per qualche ora. Perché domani, al professore Davide Ferorelli dell'istituto di medicina legale del policlinico di Bari, sarà affidato l'incarico per l'esecuzione dell'autopsia. A disporla è stata la procura di Bari che indaga per omicidio colposo. Il registro degli indagati è immacolato e si procede contro ignoti. Gli esami saranno eseguiti entro al massimo martedì e i prelievi e le analisi potranno raccontare cosa è accaduto in quei drammatici minuti.

Cosa è successo

Simone è stato portato dai familiari , mercoledì pomeriggio, nel reparto di emergenza urgenza dell'ospedale della periferia della città: soffriva da qualche giorno di mal di gola e forse quel bruciore, gli impediva di bere latte. I nonni materni che lo accudivano come sempre, hanno capito che qualcosa non andava: il loro nipotino, che sgambettava sulla tastiera del pc rispettando i tempi di una canzoncina di un cartone animato, che sorrideva quando nonno Vito usava il suo passeggino come fosse una giostrina facendolo girare per casa, era stranamente mogio. La chiamata ai genitori e la corsa al pronto soccorso. Il bimbo in poco tempo, passa in pediatria: lì, iniziano i controlli di routine successivi al ricovero. Poi, qualcosa nel quadro clinico di Simone cambia, peggiora: serve trasferirlo in terapia intensiva, reparto del pediatrico "Giovanni XXIII". Lì però Simone non arriverà mai: il suo cuoricino si ferma subito dopo che i medici lo hanno intubato e sistemato su un'ambulanza. Lo hanno atteso invano i nonni e i genitori che veloci hanno raggiunto l'ospedale: volevano essere lì quando il bimbo sarebbe arrivato a bordo del mezzo di soccorso che però, non si vedeva spuntare. Minuti interminabili bloccati da una telefonata ferale: Simone è morto. La sua cartella clinica è stata sequestrata ed è nelle mani degli agenti dell'ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura barese che hanno raccolto la denuncia dei parenti e che dovranno svolgere accertamenti investigativi per ricostruire quanto avvenuto. Tra qualche giorno, a disposizione degli inquirenti, ci sarà il report che la Asl di Bari ha richiesto alla direzione dell'ospedale "San Paolo". L'azienda sanitaria ha fatto solo sapere che il piccolo era affetto da malformazioni genetiche e che al momento del ricovero le sue condizioni erano gravi, caratterizzate da insufficienza respiratoria e febbre. Il decesso dovuto ad arresto cardiaco. «Non ci sono parole giuste o sbagliate da dire in questi casi. Non avrei mai voluto leggere una cosa del genere. Nessuno merita così tanto dolore. Ti sono vicina amica mia», l'abbraccio social di Vanessa, amica della mamma di Simone.
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Quotidiano Di Puglia