Prevenzione anti-incendi, campi puliti per evitare roghi: a breve il via ai controlli dei carabinieri forestali

Prevenzione anti-incendi, campi puliti per evitare roghi: a breve il via ai controlli dei carabinieri forestali
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Sabato 18 Maggio 2024, 10:54 - Ultimo aggiornamento: 14:04

Parchi, campi e boschi in puliti per evitare gli incendi durante l'estate, quando saliranno le temperature. Secondo la legge regionale del 2016 c'è tempo fino al 31 maggio per realizzare le opere di difesa sul campo; pertanto, proprietari e conduttori di terreni incolti ed arborati, sono tenuti ad effettuare le cosiddette “precese”, cioè lavorazioni del terreno lungo tutto il perimetro, e per una larghezza di almeno 15 metri, al fine di ripulirlo da vegetazione erbacea spontanea, potenziale veicolo di propagazione di fiamme.
La stessa scadenza vale anche per la realizzazione di fasce di protezione nei terreni a pascolo (almeno 5 metri di larghezza), lungo il perimetro delle superfici boscate, e per la manutenzione dei viali “tagliafuoco” all’ interno delle stesse, nonché per le scarpate stradali e ferroviarie, sponde di canali e di tracciati di acquedotto.
Gli obblighi (con “precese” di almeno 15 metri) ricadono anche sui proprietari e gestori di villaggi residenziali turistici e campeggi, ove, dal rischio potenziale di incendi si passa al pericolo concreto per l’ incolumità dei turisti, numerosi soprattutto lungo le località del litorale.

Controlli e sanzioni

Dopo scatteranno i controlli e le eventuali sanzioni. Inoltre, sempre per la stessa norma, dal 1° giugno al 30 settembre vige il divieto di dare fuoco ai residui vegetali rivenienti da attività agricole; le sanzioni, se pagate entro 60 giorni, sono pari a 833 euro per  omessa realizzazione di fasce di protezione e di 1.600 euro per abbruciamento di residui vegetali nel suddetto periodo, ivi comprese le stoppie dopo la mietitura in terreni cerealicoli. 

Tramite una nota i Carabinieri forestali della provincia di Lecce, nel caso che dal focolaio si verifichi un incendio boschivo, propagatosi per la mancata effettuazione dei lavori di prevenzione, il proprietario o gestore insolvente risponde, a titolo di colpa, del reato di incendio boschivo, punito, ai sensi dell’ articolo 423-bis del codice penale, con la reclusione da 2 a 5 anni (da 6 a 10 in caso di dolo). 
Lecce, pur trovandosi con la sua provincia agli ultimi posti in Italia in termini di superficie boscata relativa, presenta tuttavia pregevoli complessi boscati, a partire dal territorio del capoluogo: Pineta di San Cataldo, Oasi delle Cesine, Bosco di Rauccio, con relative zone umide.

Le zone più a rischio

Purtroppo, come è noto, proprio la pineta di San Cataldo il 25 luglio dello scorso anno, una giornata particolarmente calda e ventosa, è stata danneggiata o distrutta per una superficie di oltre 40 ettari, con pericolo concreto per l’ incolumità di villeggianti e residenti.
Altri incendi rilevanti, in provincia, spesso in zone ad alta frequentazione turistica, hanno riguardato nell’ ultima estate la zona di Rottacapozza-Torre Mozza ad Ugento e quella di Lido Conchiglie a Gallipoli.
Si rimarca la grandissima importanza che riveste la prevenzione, che si traduce nella messa in sicurezza delle superfici boscate, facendo in modo che un fuoco dall’ esterno non possa propagarsi all’ interno, eliminando tutta la vegetazione seccaginosa, che altrimenti costituisce una miccia terribile, atteso che la maggior parte degli incendi boschivi, nel territorio salentino, si originano da fuochi improvvidamente accesi su cigli stradali, cumuli di rifiuti, terreni incolti e coltivi abbandonati (soprattutto uliveti rinsecchiti dagli effetti della Xylella).
Solo lo sviluppo della cultura della prevenzione - scrivono i carabinieri - potrà costituire una garanzia di sicurezza all’ interno ed in prossimità delle aree boscate del territorio, e per questo i Carabinieri Forestali sono ogni anno in prima linea, a difesa dell’ ambiente naturale e dei cittadini.

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